Ilva Taranto, ambientalisti: “non è autorizzata a produrre, l’attuale cokeria va chiusa”

MeteoWeb

”L’ordinanza del Tribunale del Riesame non autorizza l’Ilva a continuare a produrre. Pertanto nei prossimi giorni l’azienda dovrà cessare la produzione, mantenere gli impianti in stand-by e avviare i lavori tecnici per eliminare le situazioni di pericolo”. E’ quanto affermano in una nota Fabio Matacchiera, del Fondo Antidiossina Onlus Taranto, e Alessandro Marescotti, dell’Associazione PeaceLink, due dei protagonisti delle battaglie ambientalistiche che hanno portato alle recenti decisioni della magistratura in merito alla questione ILVA. ”Una interpretazione letterale – secondo Matacchiera e Marescotti – non consente equivoci in quanto non si parla mai di facoltà d’uso per produrre ma per realizzare misure tecniche che eliminino situazioni di pericolo. Se si continua a produrre le situazioni di pericolo si perpetuano”. Il Tribunale, in riferimento agli impianti, prevede che si utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo. ”Se l’Ilva continuasse a produrre in violazione di quanto stabilito dal Tribunale del Riesame, raccoglieremo le firme dei cittadini per un esposto alla Procura della Repubblica e faremo rispettare il volere dei magistrati”, continuano gli ambientalisti. I due consegneranno alla magistratura un dossier tecnico per dimostrare come l’attuale cokeria sia troppo pericolosa e non può diventare compatibile con il quartiere Tamburi neanche con eventuali operazioni di aggiornamento tecnico. ”E’ strutturalmente inadeguata – affermano – e non può continuare a produrre neanche con gli interventi annunciati dall’assessore regionale all’ambiente che sono deludenti e inefficaci. Questa cokeria è vecchia, è troppo vicina alle abitazioni della città e va spenta”. ”Abbiamo intenzione – concludono – di avviare altre azioni di tipo legale per difendere la salute dei cittadini di Taranto. Un nuovo inganno non passerà e vigileremo per il massimo rispetto della legalita”.

Condividi