Nella sola giornata di ieri lo stato della California è stato interessato da ben 210 terremoti, la cui scossa più intensa di magnitudo 5.5 ad una profondità ipocentrale di 9 chilometri, è stata registrata alle 22:57 (ora italiana). Gli eventi sismici sono stati avvertiti sino ad aree lontane dall’epicentro, come San Diego, Temecula e San Clemente. La prima scossa è stata avvertita a circa tre chilometri a nord ovest di Brawley, una delle cittadine più popolate della Imperial County, di magnitudo 3.8, seguita poi da un forte sciame sismico nella stessa area. Secondo il servizio geologico degli Stati Uniti, i terremoti si stanno verificando su una zona di faglia posta a 6 chilometri a N/NO della Imperial Valley, una vasta pianura agricola della California alimentata da molti canali di irrigazione, denominata zona sismica di Brawley. L’area sismica si estende dall’estremità settentrionale della Fault Zone Imperial, al bordo meridionale della Faglia di Sant’Andrea, già caratterizzata da sciami sismici importanti nel 1930, 1960 e nel 1970. L’ultimo sciame prima di questa crisi sismica si è verificato nel corso del 2005, lungo la costa meridionale del l Lago Salton, conosciuto anche con il nome di Salton Sea, un lago salato e endoreico, con magnitudo massima di 5.1. Anche nel 1981 ci fu un’attività simile, in quella che viene denominata la sequenza di Westmoreland, con un grande evento di magnitudo 5.8. L’evento attuale è stato caratterizzato sino ad ora da due scosse più forti della magnitudo 5, e una sequenza di eventi di magnitudo superiore a 4. La scossa più forte di magnitudo 5.5 ha fatto registrare danni di lieve entità su vecchi edifici del centro di Brawley, dove si sono verificate la maggior parte delle scosse. Fortunatamente non sono segnalati feriti. In passato questi tipi di sciami sismici hanno continuato per molti giorni, arrivando a scosse importanti, anche superiori alla magnitudo 6 su faglie trasversali. Secondo Thomas Jordan, direttore del USC-based Southern California Earthquake Center, si tratta di qualcosa di non insolito per il bordo meridionale della fagli di Sant’Andrea, che ha visto casi simili negli ultimi anni. I sismologi tuttavia continueranno a monitorare attentamente la situazione.