La storica tartaruga ‘George il Solitario’ verrà clonata: era l’ultimo esemplare di una specie ormai estinta

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George il Solitario, l’ultimo esemplare di una ormai estinta specie di tartarughe delle Isole Galapagos potrebbe essere clonato da alcune cellule che gli scienziati hanno criogenicamente conservato. George e’ morto piu’ di un mese fa, e gli scienziati del Frozen Zoo dell’Institute for Conservation Research dello Zoo di San Diego non hanno purtroppo prelevato un campione dei suoi tessuti quando l’animale era ancora in vita, cosi’ come normalmente si fa con altre specie danneggiate.  Materiale genetico e cellule prelevate sono tenute criogenicamente congelate in una collezione di campioni conservati allo scopo di studiare la loro biologia e alla fine essere capaci di clonarli in modo di salvare gli animali dall’estinzione. “E’ una crudele ironia che George sia morto prima che le sue cellule fossero prelevate, ma speriamo che quelle che preleveremo siano nelle condizioni tali da poter essere usate in futuro”, ha spiegato Oliver Ryder, direttore dell’Institute for Conservation Research. Gli studiosi voleranno in Ecuador, che possiede l’arcipelago delle Galapagos, nel tentativo di assicurarsi le cellule della tartaruga centenaria. Usando azoto liquido, le cellule saranno tenute in un contenitore criogenico normalmente usato per l’inseminazione artificiale del bestiame, fino all’arrivo al Frozen Zoo. Dopo aver trovato il cadavere di George, veterinari e allevatori lo hanno spostato velocemente in modo da garantire che potesse essere preservato sistemandolo in un congelatore. Marilyn Cruz, veterinario coordinatore del Agrocalidad nelle Galapagos, l’agenzia governativa che sovrintende l’agricoltura e la biosicurezza nelle isole, ha poi prelevato un campione di pelle e lo ha criogenicamente congelato. I campioni di tessuto prelevati da George saranno mantenuti congelati fino a quando gli scienziati non avranno condotto le necessarie ricerche nel tentativo di clonarlo. Il resto del suo corpo sara’ imbalsamato ed esposto nel centro di ricerca in cui viveva a Santa Cruz.

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