Da Nord a Sud anche quest’anno il caldo fa maturare l’uva prima del previsto e si annuncia una vendemmia anticipata per molte varieta’ di vitigni. E gia’ si parla di volumi di vino in linea con quelli dell’anno scorso, sui 40-43 milioni di ettolitri, a tutto vantaggio della qualita’ che dovrebbe essere buona, se non ottima, a parere degli esperti. Non desta meraviglia l’avvio della vendemmia in questi giorni in Franciacorta, nel bresciano, dove si produce spumante, mentre le raccolte sono anticipate di circa un mese sia in Puglia che in Sicilia, dove nelle tenute di Donnafugata la vendemmia si fa di notte proprio per combattere il caldo. Secondo il Rapporto su vino e clima realizzato da Coldiretti la raccolta delle uve nel 2012 avviene con circa un mese di anticipo rispetto a 30 anni fa, per effetto dei cambiamenti climatici che si sono verificati nella Penisola e che hanno smentito antichi proverbi e testi scolastici rispetto al tradizionale mese di settembre. La scarsita’ di precipitazioni -osserva la Cia- ha limitato in molti casi l’accrescimento dei grappoli, rischiando di pregiudicare parzialmente la resa da uva in vino. A pagare di piu’, in questo senso, gli effetti di afa e siccita’ finora sono la Puglia e la Toscana, dove allo stato attuale la diminuzione di volumi prevista supera il 10 per cento con punte del 15 per cento nella Daunia, nella penisola salentina e tra Taranto e Bari.
A cambiare e’ stata anche la gradazione alcolica che – sottolinea la Coldiretti – e’ aumentata di un grado, costringendo i disciplinari di vini a denominazione ad adeguarsi al cambiamento modificando i limiti minimi di gradazione alcolica sia al nord dove per la Barbera d’Asti si e’ passati per il base da 11,5 gradi a 12 e per il superiore da 12 gradi a 12,5 mentre al sud per l’Aglianico del Vulture la gradazione minima naturale delle uve alla vendemmia e’ passata da 11,5 gradi a 12,00 per il Superiore Docg a 13,00 gradi. Gli effetti del surriscaldamento sulle uve di fronte alla tendenza generale al consumo di vini meno alcolici stanno spingendo i produttori – sottolinea la Coldiretti – alla ricerca di soluzioni agronomiche ed enologiche che comportano maggiori oneri in termini economici, dall’anticipo di vendemmia all’irrigazione, dalle potature verdi alla vendemmia notturna che e’ diventa stata sempre piu’ frequente nei vigneti, mentre in cantina si usa sempre meno mosto concentrato e si ricorre alla refrigerazione per ridurre le temperature dell’uva e controllare la fermentazione. Il caldo cambia anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite anche a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni piu’ alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.
“Il caldo africano sta portando a cambiare anche il modo di vendemmiare. Lo insegna una grande azienda come Donnafugata, con i vigneti nel cuore della Sicilia Occidentale, pioniera della ‘vendemmia notturna’ che effettua da 13 anni”. L’appuntamento e’ proprio per questa notte con la raccolta di uve Chardonnay, nella tenuta Contessa Entellina, nel palermitano, che appassionati e clienti potranno seguire anche in diretta streaming su Internet”. Lo sottolinea Confagricoltura che ricorda come la vendemmia sia ufficialmente partita in tutta Italia anche se si entrera’ nel vivo dopo ferragosto. “La vendemmia si presenta inferiore in quantita’, a causa della siccita’, ma con uve di altissima qualita’. Il problema – avverte Confagricoltura – e’ l’assenza di piogge che puo’ impedire agli acini di ingrossarsi e colorarsi. Chi ha la possibilita’ mette in conto irrigazioni di soccorso, che comportano oltre tutto aumenti dei costi aziendali. In regioni come il Piemonte, al contrario si contano i danni di maltempo e grandinate”. ”Comunque non tutto il caldo viene per nuocere – fa presente Confagricoltura -. In molte zone le alte temperature hanno consentito un processo di maturazione naturale, abbattendo o limitando i trattamenti. Generalmente una primavera climaticamente favorevole, con la giusta alternanza di bel tempo e precipitazioni, ha assicurato alle uve una crescita lineare, senza muffe”.