Almeno quattro dei sette vulcani attivi nella Repubblica di Costa Rica, l’Arenal (Alajuela), il Rincon de la Vieja (Guanacaste), il Turrialba (Cartago) e l’Alajuela, sono nel mirino degli scienziati dopo il terremoto di magnitudo 7,6 che ha colpito il paese il 6 settembre 2012. Secondo i ricercatori anche un piccolo spostamento di uno di questi giganti potrebbe causare una vasta eruzione. Secondo gli specialisti dell’Osservatorio Vulcanologico e Sismologico locale (OVSICORI-A), e secondo la Rete Nazionale Sismologica (RSN: ICE-UCR), a causa delle dimensioni del terremoto è normale che le strutture vulcaniche, in particolare quelle vulnerabili, ne siano interessate. Sono in atto infatti dei cambiamenti chimici e un riarrangiamento del materiale. L’esempio più evidente è quello dell’Arenal, dove testimoni locali riportano un caratteristico rumore di massi rotolanti. “Sappiamo che c’è una grotta a nord, in direzione della comunità di La Palma”, ha dichiarato la geochimica Maria Martinez. Un team ha analizzato il campo e rilascerà i risultati delle analisi in giornata. In particolare le modifiche più evidenti si sono riscontrate nel lago posto all’interno del Poás, con macchie gialle di zolfo ben più evidenti di quanto non lo fossero prima dell’evento tellurico. Il fondo del vucano Turrialba ha invece riportato un lieve collasso, ma il livello di emissione è simile a quello osservato in precedenza. Visti i forti terremoti degli ultimi tempi, si è deciso di installare una stazione sismologica tra questo vulcano e l’Irazu. L’installazione permetterà di conoscere a medio termine, se i terremoti in atto siano da imputare a repliche dello sciame sismico e quindi dovuti a scosse tettoniche, o al vulcano stesso. Gli scienziati non hanno ancora visitato il Rincon de la Vieja, ma hanno ricevuto segnalazioni da parte delle popolazioni locali (che vivono a circa 17 chilometri a ovest del vulcano), i quali sostengono che l’acqua cristallina delle sorgenti ha assunto una consistenza lattea, apparentemente mescolata con zolfo. Qualcun altro ha anche affermato di aver visto delle crepe aperte sul lato nord, ma non è mai stato confermato. “Sappiamo inoltre che, di volta in volta, si delinea un pennacchio di vapore. Questo accade da giorni prima del terremoto”, ha spiegato Martinez. “L’attività sismica si è ridotta nella giornata di Venerdì, ma questo non vuol dire che sia scomparsa”, afferma il direttore dell’istituto di Geofisica Angélica Muñoz, che ha anche annunciato che un gruppo di esperti si recherà alle falde del vulcano per indagare sulle cause dei terremoti.