Dopo 24 ore la battaglia contro il fuoco nelle Madonie puo’ dirsi conclusa. L’hanno vinta i Canadair. Ma a Cefalu’, la perla siciliana delle vacanze, restano ferite profonde soprattutto all’ambiente: 1500 ettari di boschi distrutti, case danneggiate, oltre un centinaio di persone evacuate. ”Danni incalcolabili e ora si prospettano seri pericoli di dissesto” dice il sindaco Rosario Lapunzina che ha ingaggiato una polemica con l’organizzazione degli interventi per ottenere, con un certo ritardo, l’invio di mezzi e di uomini in grado di domare i roghi alimentati dal vento di scirocco e dalla fitta vegetazione. In certi punti le fiamme hanno raggiunto un’altezza di 15 metri e formato un fronte di 6 chilometri. ”Sono stati distrutti paesaggi straordinari” lamenta Lapunzina per il quale il disastro poteva essere evitato se il primo canadair intervenuto ieri fosse rimasto nel teatro delle operazioni. Invece, dopo alcuni getti d’acqua, e’ tornato alla base. La prima spiegazione data al sindaco parlava di un cambio del pilota. Oggi la spiegazione e’ cambiata: avaria. Con il buio l’incendio, partito da un’area tra Castelbuono e Isnello, e’ avanzato con una velocita’ impressionante. Ha raggiunto Gibilmanna, e ha attaccato le contrade di Carbonara e Ferla: le due zone dove sono state poi decise tutte le evacuazioni. Nella notte il vento l’ha fatta da padrone imponendo al fronte del fuoco continue variazioni di direzione. Nella discesa verso il mare ha divorato tutto, anche i ripetitori radiotelevisivi e le centraline telefoniche. Che ci sia una mano criminale e’ certo. Forse anche una strategia, adombrata dalla simultaneita’ dei roghi divampati in un vastissimo territorio, da Termini Imerese fino a Tusa passando per San Mauro Castelverde, uno dei paesi piu’ incontaminati delle Madonie ma anche piu’ bersagliati.