Lo stratovulcano Bezymianny, nella penisola della Kamcatka, ha fatto registrare nella giornata di ieri una violenta eruzione esplosiva. Secondo i dati sismici, l’eruzione è avvenuta alle 21:16 (ora italiana), mentre secondo i dati visivi, i pennacchi di cenere sarebbero saliti sino a 10-12 chilometri di altezza. La fase esplosiva dell’eruzione è avvenuta sino alle 21:45, seguita da un tremore vulcanico registrato per circa due ore. Al momento non si registrano depositi di cenere nelle aree limitrofe, ma vari pennacchi si estendono ad est-nord-est del vulcano per circa 550-600 chilometri. Nella giornata di oggi l’eruzione sta gradualmente scemando, ed il codice di allerta dell’aviazione locale è tornato arancione. Non è escluso tuttavia qualche disturbo ai velivoli internazionali che volano a bassa quota su quell’area. Negli ultimi 3000 anni si sono verificati tre intensi periodi di attività. L’ultimo, è stato preceduto da 1000 anni di quiescenza, interrotto dalla drammatica eruzione del 1955-56. Quell’episodio è ricordato come similare a quello del monte Sant’Elena del 1980, dal momento che produsse un grande cratere a forma di ferro di cavallo formatosi dal crollo del vertice del monte e a seguito di un’esplosione laterale associata. Gli episodi successivi videro una crescita costante della cupola di lava, accompagnata da attività esplosiva intermittente e da flussi piroclastici, che riempirono gran parte del cratere. Con le sue 43 eruzioni tra il 1965 ed il 2012, si tratta di uno dei vulcani più attivi del mondo.