Previsioni catastrofiche? Niente paura, non e’ ancora arrivata la fine del mondo. Nel numero di Wired di questo mese, Matt Ridley analizza una generazione di previsioni apocalittiche e valuta cosa e’ accaduto e cosa non. In particolare egli cita un articolo della rivista Life del 1970. L’articolo sosteneva che “in un decennio, gli abitanti delle citta’ avrebbero dovuto indossare maschere antigas per sopravvivere all’inquinamento atmosferico“. Anche le pandemie, come la mucca pazza e la Sars, non sono mai state all’altezza del giorno del giudizio. Ma c’e’ qualcosa per la quale vale la pena preoccuparsi? Si’, i gas serra e i cambiamenti climatici. Secondo Ridley ”il fallimento delle previsioni apocalittiche passate sta nell’aver estremizzato le situazioni e nell’aver troppo spesso escluso quelle che si possono considerare le possibilita’ di mezzo”. A porre l’accento sui cambiamenti climatici, ci pensa il numero di settembre del National Geographic dove Peter Miller evidenzia come nel corso degli ultimi decenni si stia assistendo gradualmente a condizioni climatiche estreme, in parte causate dal riscaldamento globale. “Le forze motrici delle principali catastrofi piu’ recenti sono state cicli climatici naturali“, scrive Miller, citando El Nino e La Nina, che spingono le tempeste in tutto il mondo. Ma l’accumulo di gas serra dovuto all’origine antropica ha reso il mondo piu’ caldo e umido rendendolo piu’ favorevole alle forti tempeste e al meteoselvaggio.