Il buco nell’ozono

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L’ozono è un gas le cui molecole sono formate da tre atomi di ossigeno. È un gas instabile in quanto tende a riconvertirsi in ossigeno (biatomico), per cui non può essere prodotto e commercializzato in bombole come gli altri gas industriali. Esso è dotato di un forte potere ossidante e, come tale, viene impiegato per sbiancare e disinfettare, in maniera analoga al cloro.
L’interesse per questo gas si è enormemente amplificata da quando si è scoperto il cosiddetto “buco nell’ozono”, cioè una riduzione ciclica dello strato di ozono stratosferico (ozonosfera) che si verifica in primavera sopra le regioni polari. La diminuzione può arrivare fino al 70% nell’Antartide e al 40% (2011) nella zona dell’Artide.
Si è saputo così che l’ozono, pur se è esplosivo e velenoso, quindi pericoloso per l’uomo, tuttavia si trova solo lontano dalla superficie, a grandi altitudini di almeno 10.000 metri. La quantità di ozono presente nell’aria è molto bassa, anche nella stratosfera, la regione dell’atmosfera in cui è maggiormente concentrato, non supera lo 0,00001% della composizione chimica.
L’ozono tuttavia svolge una importantissima azione positiva! Esso infatti è in grado di assorbire i raggi ultravioletti provenienti dal Sole. Queste radiazioni sono letali per la vita: senza la protezione dell’ozono raggiungerebbero la superficie del nostro pianeta. Le piante morirebbero, i mari sarebbero caldissimi e inabitabili. Quasi tutti gli animali sarebbero colpiti da ustioni, cecità, tumori. La presenza dell’ozono, perciò, costituisce una sorta di sottile involucro protettivo intorno alla Terra che filtra la quasi totalità dei raggi ultravioletti.
Recentemente è stato scoperto che la quantità di ozono nell’atmosfera sta diminuendo pericolosamente, soprattutto nel continente antartico. Questo fenomeno è dovuto all’inquinamento dello dalla immissione in esso di sostanze che funzionano da “catalizzatori” ovvero sostanze che accelerano enormemente la riconversione in ossigeno dell’ozono appena formato. Gli scienziati hanno indicato nei clorofluoroidrocarburi (CFC) i responsabili dell’impoverimento di ozono. Il CFC è presente in alcuni fertilizzanti agricoli, nei frigoriferi, nei condizionatori d’aria e in alcune comuni bombolette spray.
La necessità di affrontare il fenomeno considerandone tutti gli aspetti e le ripercussioni su scala globale ha spinto i rappresentanti delle comunità scientifica, politica ed economica a confrontarsi in periodici incontri, che hanno l’obiettivo di stabilire strategie comuni di intervento.
I primi studi in tal senso risalgono al 1982, quando i governi presero alcune precauzioni, come la riduzione della produzione e del consumo di gas Clorofluorocarburi (CFC contenuti nelle bombolette spray e nei circuiti di raffreddamento) il cui uso venne ridotto drasticamente nel 1988 a seguito del Protocollo di Montreal. Inoltre a partire dal 1990 oltre 90 Paesi decisero di sospendere la produzione di CFC. Oggi il CFC è stato sostituito dai composti Idrofluorocarburi (HFC) che non contengono atomi di cloro e di bromo e non sono dannosi per l’ozono.
Per gli usi industriali, l’ozono viene generalmente preparato al momento dell’utilizzo attraverso apparecchi detti ozonizzatori che convertono l’ossigeno dell’aria in ozono tramite scariche elettriche.
Altre notizie di carattere scientifico si possono trovare sul blog http://alfiogiuffrida.blogspot.com/

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