Come abbiamo scritto martedì sera in quest’articolo, nelle ultime settimane si stanno verificando molte scosse di terremoto in Calabria: oggi pomeriggio altri due eventi sul Pollino, uno alle 14:40 di magnitudo 3.4 seguito poi alle 17:10 da un’altra scossa di magnitudo 2.9 sempre nella stessa area che dall’autunno 2010, quindi da ormai 2 anni, è interessata da un intenso sciame sismico i cui numeri sono impressionanti: oltre 2.400 scosse complessive, di cui 11 decisamente forti, con magnitudo superiore a 3.0. La più forte in assoluto è stata quella del 28 maggio 2012, di magnitudo 4.3 con danni a Morano Calabro e dintorni. Al secondo posto, appaiate, troviamo due scosse di magnitudo 3.7: quella, recentissima, del 16 agosto 2012 e quella del 9 novembre 2010, subito dopo l’inizio dello sciame. Dopo pochi giorni, il 23 novembre 2010, ci fu un’altra scossa di magnitudo 3.6. Al quinto posto troviamo, sempre appaiate, le ultime due scosse, entrambe di magnitudo 3.4: quella di oggi e quella della scorsa settimana, sabato 1 agosto.
Ma oggi la terra non ha tremato solo nel Pollino: sin da stamani parliamo dell’intenso sciame sismico ai Campi Flegrei, con 113 scosse in un’ora e un quarto provocate dal bradisismo dell’area.
In merito a queste scosse sismiche, abbiamo sentito Carlo Tansi, esperto geologo del Cnr, il quale ci ha confermato che “al sud nell’ultimo periodo ci sono molte più scosse di terremoto: si tratta di un’attività consistente, sia come numero di sismi che come entità della magnitudo. E’ in atto un’evidente attività tettonica, in quanto si stanno muovendo molte faglie. Non abbiamo idea del come siano legate tra loro, è una dinamica molto complessa e non possiamo fare correlazioni tra i movimenti delle varie faglie, ma a riguardo è molto interessante un articolo pubblicato un po’ di tempo fa su “Science” che si intitolata “i terremoti si parlano” e in sostanza spiegava che quando una faglia si muove, trasmette l’accumulo di energia sulle faglie adiacenti, dando vita a una catena. Era il risultato di studi fatti negli Usa, intorno alla faglia di San Francisco, dove c’è una rete di monitoraggio eccezionale. In Italia non sappiamo come funzionano queste dinamiche perchè la rete è meno capillare“.
Tansi ha ricordato la scossa di mercoledì scorso, 29 agosto, a Scilla, fortemente avvertita nello Stretto di Messina: “si è verificata nello stesso sistema di faglie del terremoto del 1908, anche se per fortuna è stata molto profonda e ciò ci fa pensare che non sia un evento collegabile a quanto accaduto in quella tragica alba del 28 dicembre di 104 anni fa. Dopotutto pochi giorni dopo ci sono state altre scosse nel golfo di Patti, in provincia di Messina, e nella provincia di Reggio Calabria. I terremoti al sud stanno aumentando: nessuno si azzarda a fare previsioni perchè è impossibile, ma tutta l’Italia è percorsa longitudinalmente da un sistema di faglie che vanno dal Friuli all’Emilia, attraversano tutto l’Appennino e lo Stretto di Messina arrivando fino alla scarpata di Malta (arco di Catania). Si tratta, purtroppo, di faglie attive che danno come effetti continue scosse di terremoto, più o meno intense“.