La maggioranza degli europei sottovaluta l’importanza della prevenzione primaria nella protezione dai tumori. I moniti a mangiare sano, fare attivita’ fisica e a non fumare non vanno giu’ alla popolazione, che non gradisce l’idea di sentirsi responsabile della propria salute e non vuole cambiare le proprie abitudini e lo stile di vita. Il problema del fallimento della prevenzione come strategia anticancro e’ al centro del congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo) in corso a Vienna. La conferma della scarsa fiducia degli europei nella prevenzione arriva da una ricerca irlandese presentata nel congresso e condotta su un campione di 748 soggetti, dei quali 126 personale sanitario. ”Complessivamente il 90% degli intervistati preferisce credere che siano i geni ereditari ad aumentare il rischio di contrarre un cancro, mentre in realta’ solo il 5-8% dei tumori sono dovuti ad un gene ereditato. Sono inoltre insensibili al fatto che il 95% dei tumori dipenda dalla dieta, dallo stile di vita e dal fumo”, spiega l’oncologo Derek Power, che ha diretto l’indagine alla Mercy and Cork University Hospitals. ”Anche il personale sanitario– prosegue Power – pensa che piu’ del 50% dei tumori dipenda dai geni e, incredibilmente, il 15 % delle persone e’ convinto di non poter modificare il proprio stile di vita. La disinformazione dilaga, ancora sono dure a morire false credenze fra le quali credere che un colpo sul seno o indossare biancheria stretta provochino il cancro, oppure usare il telefono cellulare, mangiare cibi geneticamente modificati o usare gli aerosol”. Secondo l’esperto ”la popolazione rifiuta la propria responsabilita’ e questo aspetto deve essere considerato nel creare campagne che siano recepite e assimilate dai cittadini”. Gli intervistati hanno la idee confuse e il 27% sostiene che una dieta disintossicante possa aiutare, il 64% crede che mangiare organico sia protettivo e il 46% ritiene che troppo sale nei cibi aumenti il rischio di ammalarsi di tumore.