“L’eruzione della caldera flegrea potrebbe comportare flussi piroclastici in grado di abbattersi in pieno sulla collina di Posillipo, mentre i venti nella stratosfera indirizzerebbero le ceneri vulcaniche direttamente sulla città di Napoli“: lo scrive sul Mattino di Napoli di Nello Mazzone, riportando “lo scenario da brividi contenuto nella relazione della commissione nazionale rischi sismici e vulcanici istituita due anni e mezzo fa dall’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Una relazione al momento ancora top-secret, ultimata dai tecnici nelle scorse settimane dopo due anni e mezzo di lavoro e che sarà trasmessa tra alcuni giorni alla commissione nazionale Grandi Rischi per fare da paradigma al nuovo piano di evacuazione nazionale“.
“La letteratura scientifica – continua Mazzone – è piena di riferimenti alla temuta pericolosità della super-eruzione della caldera flegrea: un’area che ingloba i quartieri flegrei di Napoli, da Soccavo a Fuorigrotta, oltre le zone di Pozzuoli e Bacoli. E i tecnici incaricati dal dipartimento guidato ora da Franco Gabrielli hanno lavorato alla simulazione dello scenario catastrofico temuto, in modo da poter avere chiaro il quadro di dove indirizzare oltre mezzo milione di persone in caso di evento catastrofico quale sarebbe un’eruzione di tipo esplosivo. Non ci sono certezze: si è ragionato su modelli fisico-matematici e scientifici. E lo scenario mette i brividi anche solo a ipotizzarlo. Confermando posizioni già espresse in alcuni studi di settore pubblicati appena qualche mese fa, la commissione nazionale ha ribadito che «i Campi Flegrei hanno potenzialità di danneggiamento niente affatto minore del Vesuvio». Nella caldera potrebbero aprirsi bocche eruttive in due punti: una in particolare, quella al limite del territorio napoletano, avrebbe una capacità eruttiva tale da proiettare i flussi piroclastici, cioè i frammenti emessi dall’esplosiva eruzione, direttamente sulla collina di Posillipo incenerendola in pieno. Lo studio dettagliato di tutti i flussi dei venti nella stratosfera misurati negli ultimi decenni, invece, avrebbe indicato una novità importante: la cenere prenderebbe la direzione di Napoli. Su questo presupposto ipotizzato (e temuto) di impatto andrà ora redatto il nuovo piano di evacuazione dai Campi Flegrei: gli sfollati dovranno seguire vie di fuga in direzione opposta a Napoli, verso l’interno della Campania. Andranno rivisti, in questo modo, i vecchi piani. Quello generale dovrà farlo la Protezione civile, mentre a Regioni e Comuni toccherà lavorare ai piani territoriali particolareggiati“.
“E si dovrà ragionare anche sullo scenario pre-sismico – conclude Mazzone – come avverrà a Pozzuoli con la partnership tra Comune e università, con il gruppo di lavoro Plinius guidato dal professore Giulio Zuccaro: il nuovo piano comunale dovrà tenere in debito conto la sicurezza statica degli edifici sulle vie di fuga. Ieri 16mila cittadini e studenti campani hanno aderito allo Shakeout: la simulazione di evento sismico con relativo esodo organizzato dalla Us Navy. E il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, a margine di una esercitazione in una scuola media ha rivolto al capo della Protezione civile Franco Gabrielli un «accorato appello affinché venga al più presto presa in esame la relazione di scenario temuto in caso di eruzione nei Campi Flegrei e venga adottato al più presto il nuovo piano nazionale di esodo». I Verdi, con Francesco Borrelli, polemicamente notano invece che «è stata la marina militare Usa a promuovere la simulazione anziché la protezione civile nazionale», mentre per il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo «siamo oramai in attesa da anni di un piano di evacuazione dall’area flegrea come i fedeli attendono i miracoli»”.