Piogge abbondanti e forti venti specie sui settori costieri, nella pianura centro-orientale e nelle zone prealpine e pedemontane: a due anni esatti dall’alluvione che proprio nella notte del 31 ottobre mise in ginocchio la regione e causo’ la morte di tre persone, il Centro Funzionale Decentrato della Regione Veneto ha dichiarato lo stato di allarme, con criticita’ elevata per rischio idrogeologico in particolare sui bacini idrografici Po-Fissero-Tartaro-Canalbianco e Basso Adige, Basso Brenta-Bacchiglione, Basso Piave-Sile-bacino scolante in laguna. Pre-allarme per il bacino Adige-Garda-Monti Lessini e stato di attenzione per Alto Piave, Alto Brenta-Bacchiglione e bacini veneti del Livenza-Lemene e Tagliamento. Si temono soprattutto i venti di scirocco che due anni fa’ avevano causato non pochi problemi rallentando il normale deflusso dei fiumi in piena verso l’Adriatico. Come ricorda oggi il Giornale della Protezione Civile.it, l’alluvione del 2010 colpi’ nella notte di Halloween, ben 130 comuni di tutte le province venete allagando 140 chilometri quadrati di territorio, soprattutto le province di Vicenza, Padova e Verona. Le forti piogge portarono allo straripamento dei fiumi Timonchio, Bacchiglione, Retrone, Alpone, Tramigna e Frassine. Furono coinvolte circa mezzo milione di persone e nella sola provincia di Padova, in particolare nella bassa padovana, gli sfollati furono circa 4.500. Tre i morti, tutti nel vicentino. In ginocchio aziende agricole, attivita’ produttive e anche la viabilita’, con l’interruzione dell’autostrada A4 all’altezza di Soave (Verona), rimasta allagata per giorni. A due anni di distanza, dove solo parte delle opere idrauliche individuate all’indomani della catastrofe sono state realizzate, il Veneto ricorda il secondo anniversario della sua alluvione col fiato sospeso e tutte le strutture di protezione civile allertate.