Il prossimo 21 Ottobre, poco dopo la mezzanotte, sarà possibile tentare di osservare le Orionidi, uno sciame di meteore date dai resti della famosissima cometa di Halley! Le Orionidi possono essere definite come una versione Junior del famoso sciame meteorico delle Perseidi. Nonostante il massimo di visibilità sia raggiunto in determinate ore (21-22 Ottobre), per vari giorni la Terra nel suo moto nello spazio incontrerà zone più o meno dense di meteoroidi. Queste meteore sono conosciute con questo nome in quanto le scie luminose si aprono a ventaglio in una regione a Nord della seconda stella più luminosa della costellazione di Orione: Betelgeuse. Le Orionidi in genere producono circa 20-25 meteore all’ora sotto un cielo limpido e buio. Sono normalmente deboli e non visibili da cieli urbani, per cui l’ideale sarà spostarsi verso aree rurali per osservarne l’attività. La bellissima e studiata cometa di Halley ci ha lasciato un’eredità visibile sotto forma di due sciami meteorici, una delle quali è proprio lo sciame delle Orionidi, e l’altro delle Eta Acquaridi. Le comete sono avanzi della creazione del Sistema Solare composte prevalentemente di ghiaccio; prima o poi tutte tendono a disgregarsi in sciami, e la cometa di Halley ha già cominciato questo processo. Queste piccole particelle, per lo più di dimensioni variabili da granelli di sabbia a poco più, rimangono lungo l’orbita della cometa originaria, creando un fiume di detriti nello spazio. Nel caso della cometa di Halley, che probabilmente ha percorso il suo giro molte centinaia, se non migliaia di volte, la sua scia sporca di detriti è stata distribuita più o meno uniformemente lungo tutta la sua orbita. Quando questi frammenti di cometa entrano in collisione con la Terra, l’attrito con la nostra atmosfera produce l’effetto popolarmente denominato “stelle cadenti“.
La cometa di Halley è passata recentemente nel 1835, nel 1910 e nel recente 1986. Il passaggio dei primi anni del ’900 è stato eccezionale, sia perchè la sua distanza dalla Terra è stata limitatissima, sia perchè l’assenza di inquinamento luminoso ha permesso di scattare le primissime fotografie di un evento così eccezionale. Le Orionidi possono essere osservate molto bene da entrambi gli emisferi terrestri. Al suo apice le Orionidi produrranno circa 25 meteore per ora, sino ad un massimo di 30. La probabilità di osservarne una anche soltanto per un momento è del 75%. In un manuale, David Levy e Stephen Edberg scrivono che le Orionidi sono facilmente identificabili dalla loro estrema velocità. Queste meteore infatti sfrecciano nella nostra atmosfera a 66 Km/s, anche più veloci delle “sorelle” Eta Acquaridi di Maggio, lasciando una scia ben visibile nel cielo. La velocità di questi corpi è fondamentale, in quanto le meteore veloci hanno la tendenza ad esplodere (flare), generando spettacoli degni di nota. Di tanto in tanto, dai cieli più bui, sarà possibile osservare flussi di detriti incandescenti nella loro scia che permarranno per qualche minuto nel cielo. La presenza di alcune delle stelle più brillanti del firmamento e di costellazioni come quelle del Toro, dei Gemelli e di Orione, forniscono uno sfondo esaltante per le osservazioni. L’assenza della Luna permetterà ogni tipo di studio, specie dopo mezzanotte, quando il radiante a nord di Betelgeuse sarà più alto sull’orizzonte. Recenti studi hanno dimostrato che circa la metà di tutte le Orionidi che si osservano riescono a lasciare tracce che duramo più di altre meteore di altri sciami di pari luminosità. Questo è senza dubbio collegato in qualche modo alla composizione della cometa di Halley. Le Orionidi rappresentano una visione di quello che è un oggetto osservato da millenni. Rappresentano un incontro con le tracce di un oggetto proveninente dalle profondità del sistema solare sin dall’alba della creazione.