Nella grande fabbrica del gelo della Siberia i motori della futura stagione invernale si cominciano già a scaldare dopo il primo affondo di aria molto fredda dal mar Glaciale Artico. Tra gli ultimi giorni di Settembre e i primi giorni di Ottobre, a seguito dei continui affondi di aria molto fredda di matrice artica verso la parte settentrionale della Siberia centro-orientale, le prime importanti nevicate di stagione hanno interessato la penisola di Tajmyr e le coste affacciate tra il mare di Laptev ed il mare della Siberia orientale. Ormai molte località del territorio siberiano hanno ricevuto il primo deposito di neve fresca, che ghiacciandosi durante le lunghe nottate autunnali dovrebbe rimanere al suolo fino al mese di Maggio. Difatti, la “dama bianca”, ha imbiancato città come Olenek, Zigansk, Ajhal e la più meridionale Mirnvy, dove ormai le temperature sono per gran parte della giornata al di sotto degli zero gradi, mentre la diminuzione del soleggiamento diurno rende sempre più facili le situazioni per intense inversioni termiche notturne, nelle nottate calme e serene, che fanno sprofondare i valori termici al di sotto dei -10° -15°. L’aria fredda si è ben depositata sopra le immense distese della Siberia centro-orientale, favorendo l’isolamento del primo vero “cuscinetto d’aria fredda” della stagione autunnale, lo stesso che darà i natali al famoso anticiclone termico russo-siberiano.
Nel corso del weekend appena trascorso, tra l’altopiano della Siberia centrale e la Siberia nord-orientale, a seguito della diminuzione del soleggiamento diurno, dell’intenso irraggiamento notturno (tipico dei climi continentali delle terre euro-asiatiche) e dell’aumento delle aree recentemente innevate soggette all’effetto Albedo, si è formata la prima laguna di aria fredda, con isoterme comprese fra i -5° e i -10° a 850 hpa, che ha prodotto un primo sensibile raffreddamento, facendo sprofondare le temperature al di sotto del muro dei -15° -20° in svariate località della Siberia centro-orientale. Solo nella nottata fra venerdì e sabato in alcune località si sono sfondati pure i primi -20° stagionali. A Habardino, per esempio, la colonnina di mercurio è scivolata sotto i -22°, mentre una minima di -20.5° è stata archiviata dalla stazione di Sebyan-Kyuel’. Da segnalare pure i primi -20.4° di Selagoncy, i -17.5° di Kileer, i -17.4° di Suhana e i -17.3° di Ekyuchchyu. Come avete potuto notare, all’appello manca ancora la mitica Ojmjakon, il polo del gelo siberiano nel cuore della Repubblica della Jacuzia. Fino ad oggi il villaggio siberiano non è riuscito a scivolare al di sotto dei -12°, a causa dello scarso innevamento (nevica debolmente e a sprazzi solo dal 5 Ottobre scorso), ma anche di una ventilazione a tratti moderata (da NO) e dei cieli quasi sempre nuvolosi o coperti.
Fattori che non hanno permesso la realizzazione di forti inversioni termiche notturne, ideali per lo sprofondamento dei valori termici al di sotto dei -15° -20°. Siamo sicuri che nei prossimi giorni anche Ojmjakon riuscirà a sfondare il muro dei -20°, non appena crescerà ulteriormente il manto nevoso al suolo e si realizzeranno le situazioni avvezze alle inversioni termiche. Analizzando le mappe della pressione a livello del mare, quelle inerenti alle isoterme alla quota di 850 hpa (circa 1400 metri) e dei geopotenziali a 500 hpa (5200 metri di altezza), si è notata la prima timida comparsa, nei bassi strati, dell’anticiclone termico, che si è presentato con massimi barici di oltre i 1025 hpa che si sono disposti tra il settore più orientale dell’altopiano della Siberia centrale, l’area dei monti Verhojansk e Cerski e la parte più nord-orientale della regione siberiana, li dove è presente il maggior innevamento dei terreni. L’area anticiclonica nei bassi strati, è stata sovrastata in quota (500 hpa), come da prassi per l’anticiclone termico, da una modesta circolazione depressionaria a carattere freddo, figlia dei resti dell’area ciclonica che nei giorni scorsi si era isolata sul bassopiano siberiano occidentale per l’affondo di una saccatura artica ad est degli Urali. Tale area ciclonica, alimentata in quota dal passaggio del “getto polare”, ha prodotto pure un po’ d’instabilità, producendo degli annuvolamenti che hanno dato luogo a delle deboli nevicate a carattere sparso. Ma la comparsa dell’anticiclone termico è stato alquanto fugace, presentando solo per poche ore le caratteristiche termiche al 100 %. Difatti, già nelle prossime ore, un sensibile aumento dei geopotenziali in quota (azione di “forcing” troposferico) tra il mar di Bering e il golfo dell’Anadyr, nell’estremo nord-est della Siberia, determinato dal passaggio di una circolazione depressionaria sulla parte meridionale della penisola di Kamcatka che verrà alimentata nel suo bordo più meridionale da un intenso “Jet Streak” (i massimi di velocità della “corrente a getto”) che fuoriesce dal sud della Russia asiatica e dal nord della Cina, agevolerà la costruzione di una cellula anticiclonica dinamica che posizionerà i propri massimi di oltre i 1035 hpa a ridosso dell’altopiano dell’Anadyr. La formazione di questo anticiclone dinamico, strutturato fino alla media e alta troposfera, tenderà a scalfire nei bassi strati l’anticiclone termico, mentre un ulteriore incremento dei geopotenziali in alta quota tenderà a rafforzare la cellula altopressoria di origine dinamica che a metà settimana dovrebbe presentare dei massimi barici di oltre i 1045 hpa (abbastanza robusto) a livello del suolo, localizzati tra la penisola dei Cukci e il golfo dell’Anadyr. La genesi del possente anticiclone dinamico sub-polare determinerà anche la netta intensificazione delle fredde correnti da E-NE e NE, che dalle coste dell’Alaska occidentale spireranno con forza sul mar di Bering, in direzione delle coste orientali siberiane e della penisola di Kamcatka.