Dopo la sentenza di lunedì 22 ottobre che ha condannato i membri della Commissione Grandi Rischi in relazione alle dichiarazioni fornite una settimana prima del sisma dell’Aquila, i mass media hanno diffuso la notizia che il presidente Luciano Maiani, il Presidente emerito Giuseppe Zamberletti e il vicepresidente Mauro Rosi hanno rassegnato questa mattina le dimissioni direttamente nelle mani del premier Mario Monti. Maiani avrebbe dichiarato di ritenere che “la situazione creatasi a seguito della sentenza di ieri sui fatti dell’Aquila sia incompatibile con un sereno ed efficace svolgimento dei compiti della Commissione e con il suo ruolo di alta consulenza nei confronti degli organi dello Stato”. Si è dimesso dall’incarico di direttore dell’Ufficio Rischio sismico della Protezione Civile Mauro Dolce, condannato ieri insieme a Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi rischi; Bernardo De Bernardinis, vicecapo del settore tecnico del Dipartimento di Protezione civile; Enzo Boschi, allora presidente dell’Istituto nazionale di Geologia e Vulcanologia; Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case; Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova.
Ricordiamo che la commissione è prevista dalle leggi vigenti ed è la struttura di collegamento tra il Servizio Nazionale della Protezione Civile e la comunità scientifica. La sua funzione principale è fornire pareri di carattere tecnico-scientifico su quesiti del Capo Dipartimento e dare indicazioni su come migliorare la capacita di valutazione, previsione e prevenzione dei diversi rischi.
In condizioni di “calma” la commissione lavora con “calma”! In condizioni di emergenza i membri devono ovviamente “correre”, e bene! Senza sbagliare, perché le emergenze spesso non concedono il “replay”!
Ricordo sinteticamente che la Commissione si articola in un Ufficio di Presidenza e in cinque settori inerenti le diverse tipologie di rischio: settore rischio sismico; settore rischio vulcanico; settore rischi meteo-idrologico, idraulico e di frana; settore rischi chimico, nucleare, industriale e trasporti; settore rischio ambientale e incendi boschivi.
Ai componenti della commissione compete unicamente il trattamento di missione previsto per i dirigenti statali di prima fascia. Il dpcm del 23 dicembre 2011 ha nominato i componenti della Commissione. In particolare costituiscono l’ufficio di Presidenza: il Presidente Emerito on. Giuseppe Zamberletti, il Presidente prof. Luciano Maiani e il Vicepresidente prof. Mauro Rosi. I referenti di settore sono: il prof. Domenico Giardini per il settore del rischio sismico, il prof. Vincenzo Morra per il settore del rischio vulcanico, il prof. Franco Siccardi per il settore dei rischi meteo-idrologico, idraulico e di frana, l’ing. Francesco Russo per il settore rischi chimico, nucleare, industriale e trasporti e il dott. Roberto Caracciolo per il settore del rischio ambientale e degli incendi boschivi.
Il ruolo degli esperti comporta impegni significativi in situazioni di eventuale emergenza per cui le competenze nei vari settori devono essere più che provate ed esercitate per valutare la “risposta” in tempo reale.
Ad esempio, Luciano Maiani, professore universitario, fisico teorico, dal 1993 al 1997 è stato presidente dell’INFN (Istituto Nazionale di fisica Nucleare) e dal 1999 al 2003 è stato il secondo italiano ad essere direttore generale del CERN. Dal 2008 al 2011 è stato presidente del CNR.
Vincenzo Morra, professore universitario di ruolo di Petrologia e Petrografia, per il settore del rischio Vulcanico presenta un curriculum dal quale si evince la sua esperienza circa le
tecniche di indagine basilari per la ricerca nelle discipline mineralogico-petrografiche, studi nei campi petrografico-geochimico, del magmatismo oligo-miocenico e plio-quaternario della Sardegna e del magmatismo tholeiitico ed alcalino intraplacca del Madagascar, ricerche di petrografia applicata sui materiali lapidei utilizzati a fini architettonici e strutturali nell’edilizia storica napoletana e su ceramiche archeologiche. Come è noto in Italia non mancano i vulcani attivi e quelli che possono riprendere l’attività eruttiva in aree densamente abitate. Purtroppo non si può escludere una eventuale crisi connessa ad una probabile eruzione. Forse un referente che abbia vissuto e viva tra gli eventi eruttivi, come ad esempio i vulcanologi dell’INGV di Catania, avrebbe potuto maggiormente rassicurare i cittadini italiani?
Domenico Giardini, professore universitario geofisico sismologo, è stato presidente dell’INGV per alcuni mesi. Franco Siccardi Ingegnere è professore di costruzioni idrauliche. Seguono l’ingegnere Francesco
Russo ed il dr. Roberto Caracciolo, Capo Dipartimento Stato dell’Ambiente e Meteorologia Ambientale dell’ISPRA.
Tra i referenti di settore non c’è un geologo esperto di catastrofi idrogeologiche che notoriamente affliggono il territorio italiano!
Mi chiedo: perché si sono dimessi Maiani e gli altri vertici attuali? Hanno letto il verbale rilasciato dai componenti della Commissione Grandi Rischi? Se lo hanno letto, lo condividono nel senso che anche loro avrebbero scritto le stesse cose? O ci sono altri motivi che noi non sappiamo?
Il loro comunicato dice che la situazione post condanna ha reso incompatibile un sereno ed efficace svolgimento dei compiti della Commissione con il suo ruolo di alta consulenza nei confronti degli organi dello Stato. Si deve sottintendere, allora, che avrebbero scritto le stesse frasi la settimana prima del sisma del 6 aprile?
Ricordo che il verbale redatto dalla Commissione Grandi Rischi evidenzia che da vari mesi era in atto una fenomenologia sismica che non esisteva negli anni precedenti e che non era possibile fare previsioni circa l’evoluzione del fenomeno sismico nell’aquilano. In pratica, in base alle conoscenze scientifiche internazionali non si poteva prevedere se poteva verificarsi o non poteva verificarsi un forte sisma. Elemento significativo è rappresentato dalla conoscenza che i sismi di bassa magnitudo fino ad allora verificatisi avevano già causato dei danni e che questi andavano accertati. Il Prof. Dolce ha evidenziato la vulnerabilità di parti fragili non strutturali e che era importante, nei prossimi rilievi agli edifici scolastici, verificare la presenza di tali elementi quali controsoffittature, camini, cornicioni in condizioni precarie. In pratica il Prof. Dolce ha riconosciuto che vi erano già problemi agli edifici causati dalle scosse di bassa magnitudo fino ad allora registrate ed evidenziava l’importanza di effettuare rilievi agli edifici scolastici. Altro elemento importante evidenziato nel verbale è connesso ai significativi valori dell’accelerazione connessa ai sismi di bassa magnitudo che già superava il valore previsto dai calcoli strutturali per la media sismicità. Agli esperti della commissione doveva essere noto che la classificazione sismica de L’Aquila in media sismicità era inadeguata in quanto l’area era già stata area epicentrale di sismi disastrosi in quanto ubicata sulle strutture sismogenetiche crostali. Rispetto a questi elementi il verbale evidenzia una conclusione non logicamente conseguente e connessa alle conoscenze scientifiche citate: si da per certo che non si possano verificare forti terremoti e l’attenzione viene riposta esclusivamente sull’impatto (entità del danneggiamento) che sismi del tipo fino ad allora verificatisi, cioè di bassa magnitudo, possono avere sui manufatti.
Ciò nonostante le conclusioni della Commissione furono sbilanciate verso una possibilità (non ci sarà un forte terremoto) che, purtroppo, fu quella sbagliata.
I dati disponibili mettono in luce che mentre da una parte i membri della commissione hanno ammesso che è priva di fondamento scientifico sia la previsione di un forte sisma sia la previsione che non vi sarà un forte sisma, dall’altra parte sono venuti meno a tale condivisibile posizione per lanciare il messaggio che non era previsto un forte sisma.
Per uomini di scienza, come gli esperti della Commissione grandi rischi, è strano che abbiano concluso la riunione con una posizione non collegata logicamente alle conoscenze scientifiche.
La legge istitutiva della Commissione garantisce l’indipendenza ai membri della commissione; anche i cittadini pretendono che i pareri circa la loro sicurezza siano forniti da persone preparate, in grado di comprendere in tempo reale i fenomeni in atto e di assumere in tempo reale decisioni serene e coerenti con le conoscenze scientifiche.
A valle delle decisioni della commissione devono poi essere assunte altre decisioni dai responsabili della Protezione Civile Nazionale.
I membri della Commissione non devono mai cessare di essere scienziati, altrimenti non sarebbero più i garanti della sicurezza dei cittadini.
Se il Prof. Maiani e gli altri componenti della Commissione Grandi Rischi attuale non si sentono all’altezza o in grado di essere scienziati garanti dei cittadini decidano in piena libertà cosa fare! Ma, in tal caso, perché hanno accettato l’incarico?
Circa la condanna dei membri della Commissione grandi rischi e le dimissioni dei successivi componenti.
Suggerisco di leggere il verbale scritto dopo la famosa riunione una settimana prima del sisma! Troverete le varie dichiarazioni da me commentate nella mia nota. Dopo si può valutare se le premesse improntate a dati scientifici (non si può prevedere se vi sarà o no un forte sisma, vi erano già danni agli edifici, l’accelerazione registrata superava quella prevista dalle norme della prima categoria (e l’Aquila era in media sismicità) nonostante i sismi di bassa magnitudo fino ad allora verificatisi…) hanno avuto una coerente conclusione!
E’ evidente che le conclusioni della Commissione furono sbilanciate verso una possibilità (non ci sarà un forte terremoto) che, purtroppo, fu quella sbagliata.
I dati disponibili mettono in luce che mentre da una parte i membri della commissione hanno ammesso che è priva di fondamento scientifico sia la previsione di un forte sisma sia la previsione che non vi sarà un forte sisma, dall’altra parte sono venuti meno a tale condivisibile posizione per lanciare il messaggio che non era previsto un forte sisma.
Per uomini di scienza, come gli esperti della Commissione grandi rischi, è strano che abbiano concluso la riunione con una posizione non collegata logicamente alle conoscenze scientifiche.
La legge istitutiva della Commissione garantisce l’indipendenza ai membri della commissione; anche i cittadini pretendono che i pareri circa la loro sicurezza siano forniti da persone preparate, in grado di comprendere in tempo reale i fenomeni in atto e di assumere in tempo reale decisioni serene e coerenti con le conoscenze scientifiche.
A valle delle decisioni della commissione devono poi essere assunte altre decisioni dai responsabili della Protezione Civile e della sicurezza dei cittadini.
I membri della Commissione non devono mai cessare di essere scienziati, altrimenti non sarebbero più i garanti della sicurezza dei cittadini.
Se il Prof. Maiani e gli altri componenti della Commissione Grandi Rischi attuale improvvisamente non si sono più sentiti all’altezza o in grado di essere scienziati garanti dei cittadini hanno deciso in piena libertà di dimettersi! Ma perché hanno accettato l’incarico?
Leggendo il verbale potrete valutare serenamente se sembrano conclusioni da scienziati quelle che hanno fornito!
Se i membri della commissione grandi rischi non se la sentono di fornire liberamente consulenze in situazioni di emergenza è meglio che stiano a casa, per il bene dei cittadini! Evitando di sollevare polveroni “catastrofisti” che sanno tanto di copertura della non adeguatezza della “casta” ai compiti previsti per legge per i membri della Commissione grandi rischi! In Italia non mancano persone responsabili e competenti; forse non godono delle simpatie della “casta”?