La notte delle Draconidi tra il 7-8 Ottobre, ma la Luna ostacolerà un pò le osservazioni

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Una meteora particolarmente brillante

Nella notte tra il 7 e l’8 Ottobre, come ogni anno, la Terra incontrerà i resti della cometa 21P/Giacobini-Zinner, dando vita ad uno sciame di meteore che prendono il nome di Draconidi. In genere mostrano un gran numero di meteore solamente quando la cometa d’origine, la Giacobini Zinner, è prossima al perielio. Il suo ultimo avvicinamento al Sole è avvenuto lo scorso febbraio e in Ottobre 2011 si osservò un corposo outburst (zhr 300-400) di queste meteore. Quest’anno purtroppo lo spettacolo sarà molto meno evidente in quanto le particelle di questa corrente meteorica transiterranno lontane dalla Terra e l’oscurità del cielo sarà compromessa dalla luce della Luna. Il punto in cui guardare, detto radiante, sarà nella costellazione del Drago, rintracciabile facilmente con un buon atlante stellare. Il radiante è quel punto nel cielo da dove sembra che arrivino tutte le “stelle cadenti”, di conseguenza nel loro moto tendono sempre ad allontanarsi da quel punto del firmamento. Ma cosa sono le Draconidi? Si tratta semplicemente di piccoli resti di una cometa ormai disgregata, i quali periodicamente incontrano la Terra lungo il loro cammino nello spazio. Attratti dalla forza gravitazionale terrestre tendono a cadere nella nostra atmosfera con velocità di 20 Km/s. Le loro dimensioni, pari a granelli di sabbia o poco più, riescono raramente ad arrivare al suolo. Proprio nell’attrito che si viene a verificare nell’atmosfera terrestre, emanano quel bagliore straordinario che ci lascia sempre ammirati. Nell’antichità le apparizioni di meteore, così come quelle di comete e di altri fenomeni passeggeri che sembravano alterare l’immutabilità del cielo, erano considerate segni infausti. Nelle antiche mitologie orientali, in quelle greche e latine, le stelle cadenti erano lacrime di divinità che piangevano a causa di disastri già avvenuti o annunciati. Oggi però sappiamo che nella loro discesa gli atomi del corpo tendono a sublimare, raggiungendo temperature elevatissime. Le Draconidi sono generalmente meno discusse delle famose Perseidi anche per il periodo in cui è possibile osservarle. Con l’avvento dell’autunno astronomico infatti le temperature tendono ad irrigidirsi, e non è raro che il mese di Ottobre sia caratterizzato da fasi di maltempo. Al contrario quindi delle bellissime serate di Agosto, che hanno tutte le carte in regola per delle ottime osservazioni. Un altra motivazione è quella che mentre lo sciame estivo ha un’intensità molto elevata, quella delle Draconidi presenta un aspetto variabile.

Le migliori osservazioni avverranno lontano da fonti luminose

Esistono in vari periodi dell’anno varie decine di sciami meteorici visibili nei nostri cieli. Tra i più famosi, oltre alle già citate Perseidi e alle Draconidi, troviamo le Leonidi, le Geminidi, le Zeta Perseidi, e tanti altri. Perchè si sente parlare di meteoroide, di meteorite, o addirittura di stella cadente? Diciamo da subito che con il termine stella cadente non si intende una vera e propria stella che cade, come comunemente si tende a pensare. Le stelle hanno dimensioni gigantesche e se ne stanno nel cosmo profondo. Il termine indica semplicemente l’immagine che a noi sembra di guardare dalla Terra. Come già detto questi piccoli corpi, variabili tra un granello di sabbia e un grande sasso, sono ben altra cosa rispetto alle stelle. Con il termine meteoroide si intende un corpo roccioso che si disgrega prima dell’impatto con la superficie terrestre, grazie all’attrito nella nostra atmosfera, la quale ci protegge tutti i giorni da possibili impatti. Quando invece uno di questi corpi, all’origine più grande, riesce a resistere alla difesa dell’atmosfera giungendo al suolo, prende il nome di meteorite. La Nasa sta studiando delle strategie per la salvaguardia dei veicoli spaziali, tra cui la stazione spaziale internazionale e il telescopio spaziale Hubble. Nel frattempo, gli scienziati negli Stati Uniti e in Germania stanno sperimentando attraverso varie simulazioni, i danni che potrebbero provocare l’impatto dei meteoroidi. E’noto che le astronavi sono regolarmente colpite da meteoroidi o da detriti orbitali, i quali causano spesso danni meccanici. Ma gli effetti di impatti superveloci sono ancora relativamente sconosciuti, anche se alcuni esperimenti hanno dimostrato che possano generare plasma. Questo plasma in espansione sembra in grado di creare frequenza di emissione radio, e può in alcuni casi causare la perdita totale di segnale dalla navicella. Uno dei maggiori esperti in questa ricerca è Sigrid Close, assistente professore di aeronautica e astronautica presso la Stanford University in California. In passato numerose anomalìe satellitari sono state associate ad impatti iperveloci, anche se nessuna causa è stata ben stabilita. “Se vediamo una meteora nel cielo, essa è già diventata innocua per i veicoli spaziali, perchè è già penetrata nella nostra atmosfera. La strada è quella di monitorare la cometa progenitrice o l’asteroide che ha creato la “pioggia”. Certamente non possiamo far nulla per rimuoverla, nè è nostra intenzione farlo”, ha affermato lo stesso Close.  ”Non conosciamo ancora i dettagli, ma stiamo cominciando a credere che le particelle molto veloci, anche se sono più piccole di un microgrammo, possono causare problemi enormi per i satelliti”. A differenza delle Perseidi e delle Leonidi che viaggiano a velocità molto sostenute, raggiungendo anche i 72.8 Km/s, le Draconidi viaggiano come detto a ”soli” 20 Km/s. Per fotografare le meteore è necessario avere un obiettivo grandangolare e tempi di esposizione abbastanza lunghi. Per non rilevare le tracce stellari dovute alla rotazione terrestre è indispensabile avere una montatura motorizzata che compensi il movimento del nostro pianeta rispetto alla sfera celeste. Indispensabile un ottimo e saldo treppiede per rendere la fotografia meno mossa possibile. Il telescopio in questi contesti è praticamente inutilizzabile, in quanto il piccolo campo visivo non consente di osservare questi oggetti così improvvisi e incalcolabili. Meglio affidarsi ai nostri occhi o a un buon binocolo, anche molto piccolo. Nei binocoli è possibile leggere dei numeretti intervallati da una “X” (esempio, 7X50, 12X50, 7X30). Il primo numero indica di quante volte il binocolo è capace di ingrandire, quindi gli ingrandimenti. Il secondo indica il diametro dell’obiettivo espresso in mm. Quindi un buon 12X50, ingrandirà l’immagine di 12 volte con un diametro dell’obiettivo di 50 mm. Più il diametro è grande, maggiore sarà la potenzialità del nostro binocolo. Sin da sempre le meteore vengono studiate e venerate dall’uomo. Esistono leggende su di esse, e la loro esistenza si perde nella notte dei tempi.  Appuntamento quindi all’8 Ottobre per questo spettacolo unico e antico che ha da sempre ispirato credenze, leggende, poesie e ammirazione. Chissà, magari il vostro desiderio si avvererà.

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