L’Indonesia, terra dominata geograficamente e socialmente dai vulcani

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Esistono aree del mondo dove l’attività vulcanica costringe giornalmente milioni di persone ad evacuare i comuni di residenza. Nazioni come gli Stati Uniti hanno ben 65 volcani attivi noti, ma molti di questi si trovano in aree remote, come le isole Aleutine. Al momento la maggior parte dei vulcani ubicati in prossimità di aree popolate, come il monte Rainier nello stato di Washington, non destano particolare preoccupazione. Un discorso a parte merita l’Indonesia, terra di vulcani e leader mondiale, con una densità molto elevata nei pressi dei centri abitati. Questa evidenza si misura con quello che chiamano VPI, acronimo di Indice di popolazione di vulcano. Si tratta di una misura che indica il numero della popolazione presente a una determinata distanza da un vulcano, noto per aver eruttato dopo il 1500 d.C. Quindi, ad esempio, un VPI10 ci fornirà informazioni su quante persone vivono entro 10 chilometri dai vulcani storicamente attivi. Se per gli Stati uniti, che nonostante il numero di elevato di vulcani vanta un VPI molto basso, per l’Indonesia, dove ci sono almeno 167 vulcani attivi, il VPI10 è di circa 5-10 milioni di persone. In relazione al numero di abitanti nazionali degli Stati Uniti questo valore rappresenta lo 0,001%, in confronto ad un 3-5% dell’Indonesia. Se si considerasse il valore entro i 100 chilometri dai più pericolosi vulcani, l’indice aumenterebbe addirittura a 200 milioni di persone, ossia quasi tutta la popolazione residente sulle isole. Attualmente in Indonesia quasi 5 milioni di persone sono rifugiate a causa dei vulcani attivi, che impauriscono continuamente villaggi e città. Un numero incredibile, se considerassimo che si tratta di un numero pari a tutti gli abitanti della Sicilia. Alcune di queste persone sono continuamente in fuga, mentre altre sono costantemente in allerta.

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