L’Islanda: clima, temperature e geografia

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L’Islanda è un’isola del Nord Atlantico con una superficie di 103.125 km², meno di un terzo rispetto quella dell’Italia. Sorge a nord/ovest delle isole Fær Øer, a metà strada tra Groenlandia e isole Britanniche, e nel Paese vivono 320 mila persone, esattamente i residenti della città pugliese di Bari. Più di un terzo, circa 120 mila, vivono nella capitale, Reykjavík. “Micro-Stati” esclusi, l’Islanda è lo Stato meno popolato d’Europa.

In Europa, solo la Gran Bretagna è un’isola più vasta dell’Islanda, che si posiziona quindi al 2° posto tra le isole continentali, seguita al 3° dall’Irlanda. Su scala planetaria, invece, l’Islanda è la 18^ isola più vasta della Terra.

La maggior parte delle località abitate sorgono, ovviamente, lungo le zone costiere e soprattutto nel sud/ovest. Le città più importante sono la capitale Reykjavík, Keflavík (dove c’è l’unico aeroporto del Paese) e Akureyri.

Il piccolo isolotto di Grímsey, situato nel circolo polare artico a nord dell’Islanda, è la località abitata più settentrionale d’Islanda. Le zone interne dell’isola, e quelle di montagna, sono completamente disabitate.

Curiosamente l’Islanda è tutta situata al di sotto del Circolo Polare, anche se di pochissimo tanto che il Circolo Polare dista appena un chilometro e mezzo dal capo di Rifstangi, il punto più nord/orientale e più settentrionale dell’ISlanda. Nessun luogo della principale isola su cui sorge lo Stato Islandese supera questo famoso parallelo, che delimita da sud la Calotta Polare artica.

Soltanto l’isolotto di Grímsey, che è comunque compreso nel territorio della Repubblica Islandese, ed esclusivamente nella sua zona nord (perciò per pochi chilometri), è attraversato dal parallelo del Circolo.

Nonostante sorga su una superficie così poco estesa, e ci siano così pochi abitanti, l’Islanda ha un territorio molto affascinante e interessante dal punto di vista geografico, climatico e geologico.

Nell’isola, infatti, c’è una grandissima attività vulcanica e geotermica, che rende paesaggio molto suggestivo.

L’Islanda viene definita “terra del ghiaccio e del fuoco” proprio perchè ci sono molte zone innevate (l’11% della superficie islandese è ricoperta da ghiacciai perenni grazie a tre grandissimi ghiacciai, il Vatnajökull che è vasto 8.300 km², il Langjökull di 953 km², il Hofsjökull di 925 km² e a molti ghiacciai minori, ma nei mesi invernali quasi tutta l’isola, coste comprese, è sommersa da neve e ghiaccio) e moltissimi vulcani. Alcuni litorali dell’isola sono formati da fiordi.

L’isola ha anche tantissimi geyser da cui viene racconta tantissima energia geotermica fa sì che buona parte della popolazione abbia acqua calda e riscaldamento a basso costo, nonché energia elettrica prodotta dalle centrali geotermiche.

Le vette più alte sono tutte vulcaniche. Molte superano i 1.500 metri i quota, la principale è quella dell’Hvannadalshnjúkur che è di 2.109 metri sul livello del mare.

Il clima dell’Islanda è molto vario, e l’isola può essere abitata nonostante l’altitudine solo perchè viene baciata dalla corrente del Golfo che, soffiando da sud/ovest dall’Atlantico, rende vivibile quantomeno le coste Islandesi.

L’Islanda, infatti, si trova in una zona di forti contrasti termici e atmosferici tra i miti venti sud/occidentali e quelli freddissimi che scendono dalla Groenlandia, inoltre è anche terra di contrasti marini tra la corrente fredda proveniente dal continente nordamericano, Groenlandia compresa, e sempre la corrente del Golfo in risalite da sud/ovest. Tale situazione di contrasto genera intorno all’isola una zona di bassa pressione quasi permanente, famosa come “Depressione d’Islanda“. Questa perturbazione influenza il clima dell’isola in modo decisivo, provocando l’estrema variabilità dei venti, la loro direzione e l’umidità delle masse d’aria. Proprio per questo motivo, il clima dell’Islanda è caratterizzato da repentini cambiamenti tra pioggia e bel tempo e poi di nuovo maltempo, tanto che un antico proverbi contadino locale dice: “Non ti piace il tempo che fa? Aspetta pochi secondi e cambierà”. Non sono inoltre rare violente tempeste, dovute a passaggi di depressioni con valori barici anche inferiori ai 950 millibàr.

La “Depressione d’Islanda” è, come l’Anticiclone delle Azzorre, una delle principali figure bariche che dettano i tempi dell’andamento meteorologico in tutto il continente Europeo: ciò che avviene sull’Islanda, è quindi determinante a livello strategico per le sorti meteorologiche del Vecchio Continente.

L’inverno dell’Islanda non è eccessivamente freddo se consideriamo l’altitudine, proprio per l’influenza della Corrente del Golfo.

L’estate è molto breve e fresca (Reykjavík a luglio ha una media delle minime di +8°C e delle massime di +14°C). Il record caldo della capitale è di +24,8º, mentre quello assoluto islandese è +30,5°C. In genere nei giorni più caldi (a luglio) si superano di poco i 20°C, ed è considerata già una forte ondata di calore, anche se durante la si scende comunque quasi sempre al di sotto dei +10°C.

Nei mesi più freddi, invece, nella capitale la media delle minime è di -2°C e quella delle massime di +2°C.

Nelle zone interne, complice l’altitudine, e a nordovest, dov’è più influente la corrente fredda proveniente dalla Groenlandia, il clima è molto più rigido tanto da non poter proprio parlare di stagione estiva.

Le piogge sono abbondanti, tra i 1.100 e i 1.600mm annui lungo le coste meridionali e orientali dell’isola, tra i 700 e i 1.000mm nelle zone interne, di 900mm annui nella capitale e tra 400 e 600mm nelle zone meno piovose del nord e del nord/est.

La neve è frequente anche nei mesi estivi, specie all’inizio di giugno e alla fine di agosto, specie nelle zone interne e nei settori settentrionali.

Il periodo consigliato per una vacanza in Islanda è nel mese di luglio o ad agosto, specie nella prima metà: sono i periodi più caldi, anche se comunque vi consigliamo di portare abiti pesanti perchè le temperature – come abbiamo visto – si mantengono fresche specie nelle ore serali e notturne.

Negli altri mesi dell’anno le condizioni termiche sono proibitive, specie per il grande gelo.

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