“La materia in questione è troppo delicata per poter esprimere un giudizio senza prima essere pienamente a conoscenza delle motivazioni della sentenza ed aver analizzato in dettaglio la relazione della commissione Grandi Rischi“, ma “quello che va espresso chiaramente è che allo stato attuale delle conoscenze non è possibile la previsione dei terremoti in maniera deterministica” indicando cioè ora, luogo e intensità. E’ quanto scrivono in una nota i geologi dell’Universita’ di Modena e Reggio Emilia, Doriamo Castaldini, Stefano Conti, Daniela Fontana e Mauro Soldati, in seguito alla sentenza del tribunale de L’Aquila che ha condannato gli scienziati della commissione Grandi Rischi, accusati di aver sottovalutato il rischio sismico in Abruzzo ad aprile 2009. “Non necessariamente infatti, le variazioni nelle caratteristiche dello sciame sismico o di altri segnali ritenuti precursori possono dare informazioni certe sull’eventualità e tipologia di scosse successive“, proseguono i geologi di Modena. A tal proposito ricordando che “nell’area del Pollino in Calabria, da circa due anni è in corso una sequenza sismica caratterizzata da periodi di frequente attività, alternati ad altri di relativa tranquillità senza che si sia verificato a tutt’oggi un terremoto di forte intensita‘”. Gli esperti modenesi, concludono, infine ribadendo che “qualunque metodologia atta ad affrontare il rischio sismico non può prescindere dalla messa in sicurezza di edifici e infrastrutture, riducendo la vulnerabilità del territorio“.