“Aspetto di vedere cosa fara’ il Consiglio dei ministri. Per ora ‘no comment‘”. Cosi’ il presidente della Commissione Grandi Rischi, Luciano Maiani, interviene, parlando con l’Adnkronos, sull’annuncio dato ieri dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, riguardo l’orientamento del Cdm, previsto per domani, di chiedere il ritiro delle dimissioni presentate dai membri della Commissione Grandi Rischi, in seguito alla sentenza relativa al terremoto de L’Aquila.
“Spero che si arrivi quanto prima a una norma che consenta agli scienziati di poter svolgere il loro lavoro delicato in modo sereno“. E’ l’appello che ha rivolto al Parlamento il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, nel corso di un’audizione in commissione Ambiente alla Camera. Il sistema di comunicazione, ha detto Gabrielli, prevede un rigido protocollo, ovvero che “qualsiasi comunicazione viene fatta dalla Protezione Civile e non dalla Commissione Grandi rischi“. “Il fatto che sette persone con ruoli diversi siano state punite alla stessa maniera – ha aggiunto – rivela che c’e’ un problema: o pensiamo che siamo in mano a folli, o, molto piu’ semplicemente, c’e’ un problema di definizione delle responsabilita‘”. Parlando della sentenza del tribunale aquilano che ha condannato i partecipanti alla riunione della commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009, Gabrielli ha sottolineato che si pone un tema centrale che è quello della responsabilità: “c’è un capo di imputazione che è speculare rispetto al dispositivo della sentenza. Sette persone che hanno ruoli e responsabilità diverse vengono punite nella stessa maniera“. Dunque c’è “qualcosa che non va” e che attiene proprio alla divisione delle responsabilità. Ecco perchè, prosegue il capo della Protezione Civile “ho chiesto in maniera chiara al governo di affrontare il tema: di fronte alla valutazione di eventi connotati da grande incertezza, non possiamo conferire soglie di responsabilità uguali a situazioni normali“. E dunque è necessario che si proceda “in tempi molto rapidi – è l’appello di Gabrielli al Parlamento – ad affrontare il tema della soglia di responsabilità, che tuteli il mondo della scienza che dà il suo contributo al mondo della protezione civile“. Una tutela che “non vuol dire salva questo o salva quest’altro. Ma significa far lavorare con serenità” gli scienziati. Anche perchè ci sono diverse situazioni a rischio, dallo sciame sismico nel Pollino alla situazione dei vulcani nell’area di Napoli, che richiedono la collaborazione della comunità scientifica. “Viviamo una condizione di grande deficienza – ha concluso Gabrielli – dobbiamo ricostruire e rigarantire il rapporto con la comunità scientifica che si è incrinato“.