“Si tratta di una sequenza sismica in atto da oltre due anni: l’anno scorso le magnitudo registrate erano dell’ordine di 3.5, poi a maggio la magnitudo ha superato il valore 4 e stanotte e’ arrivata la scossa di magnitudo 5 – 5.2. La sequenza, dunque, ha avuto un comportamento che si e’ accelerato nei mesi scorsi, con un numero di scosse sempre maggiore per unita’ di tempo e un intervallo sempre piu’ ridotto fra una scossa principale e l’altra“. Lo ha spiegato all’AGI Marco Mucciarelli, Universita’ della Basilicata, Direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste. “Sciami cosi’ lunghi – spiega l’esperto – sono abbastanza rari e, strumentalmente, si tratta del primo caso di questa durata che viene registrato in Italia: ci sono state in passato sequenze lunghe, tipo quella dell’Umbria-Marche del 1997-1998, ma sono durate un anno dall’inizio alla fase parossistica. Dai cataloghi storici Sappiamo che in alcune zone italiane ci sono stati sciami che sono andati avanti anche 2-3 anni, ma e’ la prima volta che abbiamo traccia strumentale di una sequenza cosi’ duratura“.
La zona colpita “e’ una delle piu’ pericolose d’Italia – dice Mucciarelli – alcuni ricercatori giapponesi l’avevano gia’ individuata, in un articolo scientifico nel 1908, come candidata a ospitare un terremoto forte. Ci sono stati in passato terremoti molto forti nella stessa area: storicamente il piu’ forte di cui abbiamo notizia e’ un terremoto del XVIII secolo del nono grado della scala Mercalli, il cui epicentro fu fra Viggianello e Rotonda, quindi vicino all’epicentro della scossa di stanotte“. L’area ha una cosiddetta accelerazione di progetto, convenzionalmente usata dagli ingegneri per la progettazione, “che e’ superiore a 0,2 volte l’accelerazione di gravita’, una delle piu’ alte in Italia. In quella zona c’e’ spazio per un terremoto che puo’ essere dalle 30 alle 100 volte piu’ energetico di quello di stanotte, dai dati storici e geologici che possediamo“, spiega ancora il sismologo. “Sul versante lucano – dice Mucciarelli – dopo il terremoto del 1999 (di magnitudo 5.6), gli edifici sono stati rinforzati e quindi pure essendo case vetuste di centro storico le strutture non sono comunque estremamente vulnerabili perche’, appunto, le piu’ vulnerabili sono gia’ state ‘collaudate’ da quel terremoto di fine anni Novanta. Tuttavia interesso’ soprattutto la Lucania e poco il versante calabrese, dove la vulnerabilita’ degli edifici e’ rimata piu’ elevata“. La protezione civile, ha concluso, “sta seguendo molto attentamente quella zona da oltre un anno, sono state fatte esercitazioni con la popolazione e quant’altro. Proprio ieri sera al TgR Basilicata Rai (19.30) si intervistavano i cittadini di Rotonda che si dicevano ben soddisfatti delle esercitazioni antisismiche messe in atto dalla Protezione Civile“.