Si tratta di un blocco di aria molto gelida, anche sotto i -30°C a 850 hpa, che nel corso della settimana tenderà a spostarsi verso est, dal nord della Groenlandia fino alle Svalbard, favorendo lo spostamento del lobo principale del vortice polare, che intaccato dal “forcing” troposferico aleutinico, tenderà a spostarsi verso le Svalbard e il mare di Barents (completamente libero dai ghiacci), dove verrà ulteriormente alimentato dall’affondo delle gelide masse d’aria che dal nord della Groenlandia si riverseranno verso l’alto mar di Norvegia e il mar di Barents, tramite una intensa ventilazione occidentale, con una spiccata curvatura ciclonica fra l’estremo nord della Norvegia e il mare di Barents. L’aria artica molto fredda, scorrendo sopra la più mite superficie del mare di Barents (circa +1.5° +2.0° sopra le medie del periodo), si scalderà negli strati più bassi della troposfera, originando quei contrasti termici che daranno enfasi all’approfondimento di questa area ciclonica, a carattere freddo, che fungerà da regia per la prima avvezione artica di stagione verso la penisola Scandinava e l’Europa centrale, con risentimenti fin sull’area del Mediterraneo. Durante il prossimo fine settimana, la “polar low” (struttura ciclonica “baroclina”) si andrà a strutturare a tutte le quote sopra il mare di Barents, con un minimo principale centrato a nord delle coste norvegesi del Finnmarks, a seguito della formazione di un più solido anticiclone di blocco, esteso dall’Atlantico nord-occidentale verso la Groenlandia, il quale farà affluire masse d’aria molto fredde, di origini propriamente polari, verso la Norvegia e la Svezia, dove si verificheranno le prime vere nevicate di stagione fino a bassissima quota, se non al piano sulle coste e sui fiordi della Norvegia centro-settentrionale.
Soprattutto le coste della Norvegia centro-settentrionale, causa lo “stau” prodotto dai forti e umidi venti da N-NO che si caricano di umidità sopra l’omonimo mare. Da qui le masse d’aria fredde oceaniche, costrette a salire verso l’alto per la forzatura orografica, raffreddandosi ulteriormente, addensano sui rilievi del vicino retroterra una consistente nuvolosità che darà luogo a rovesci di pioggia mista a neve, o neve pure, fino alle coste. Tale circolazione depressionaria, per tutto il proseguo di settimana, verrà costantemente alimentata dallo scivolamento di aria molto fredda, di matrice polare, che direttamente dal mar Glaciale Artico affonderà verso il mar di Groenlandia e il mar di Norvegia, tramite venti molto forti da NO e N-NO, che fra giovedì e venerdì sferzeranno il mar di Groenlandia, mar di Norvegia, per estendersi successivamente al mar del Nord, ove si realizzeranno forti burrasche da N-NO e NO che potranno propagarsi alle coste danesi e a quelle dell’Olanda, particolarmente esposte ai furiosi venti artici che scivolano da N-NO. L’afflusso di queste masse d’aria molto fredde, dal mar Glaciale Artico, favorirà l’ulteriore approfondimento dell’ampio vortice ciclonico sub-polare, legato al vortice polare, che sul finire di settimana rischia di sprofondare sotto la soglia dei 970-968 hpa, divenendo abbastanza profondo. Talmente profondo da essere in grado di aspirare e pilotare verso i paesi della Mitteleuropa e le regioni settentrionali italiane una parte dell’immenso blocco di aria fredda che entro il fine settimana tenderà a oltrepassare la catena alpina. Finora, l’unica cosa certa, è che da domenica si assisterà ad uno stravolgimento del quadro termico, che ha presentato delle vistose e prolungate anomalie termiche positive fino all’ultima decade del mese, con un sensibile calo dei valori massimi e minimi nell’intero arco di giornata. In qualche caso si potranno perdere pure più di -12° -13° rispetto i valori odierni, mentre sulle pianure del nord e nelle principali vallate alpine e dell’Appennino settentrionale, durante le ore notturne, si potranno creare le condizioni ideali per le prime deboli gelate di stagione.