Dal mese di Settembre 2010 l’area ai piedi del massiccio del Pollino sta vivendo un intenso e duraturo sciame sismico, che sta infondendo un senso di irrequietezza alla popolazione residente. Non sono rare le notti in cui gli abitanti dei comuni calabro-lucani prospicenti all’epicentro trascorrono intere notti all’addiaccio, e meno rare, quelle in cui si piombano in strada in attesa che gli eventi passino. Intervistate, alcune di queste persone si definiscono sfinite, dal momento che sono costrette a vivere nel terrore costante di una forte scossa, specie di riflesso a quelle che stanno avvenendo in altre aree della penisola, che incutono un forte timore psicologico. Ma innanzitutto andiamo a conoscere la definizione di sciame sismico: uno sciame sismico è caratterizzato da una sequenza di scosse sismiche di lieve e media intensità, che può durare addirittura anni (proprio come in questo contesto). Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, non è possibile effettuare previsioni deterministiche in merito ai terremoti; tradotto, vuol dire che nonostante si possa azzardare una previsione su una vasta area con una percentuale di probabilità nel corso del tempo, non è assolutamente possibile prevederne l’anno, il mese o addirittura il giorno esatto in cui una determinata area, più o meno vasta, possa essere interessata da un terremoto. Ed è per questo che l’articolo non vuole rappresentare alcuna previsione.
Nel raggio di 20 chilometri dall’area epicentrale degli eventi, vivono poco meno di 50.000 abitanti, sparsi in vari paesi compresi tra poco meno di 1000 abitanti e poco più di 5000. Lo sciame sismico ha cominciato ad interessare il Pollino dallo scorso Settembre 2010 (il 22 Settembre la prima scossa di magnitudo 2.5), ma nonostante degli eventi udibili e rilevanti, la frequenza degli stessi (evidenziata nel grafico dalla distanza degli istogrammi) era molto meno frequente rispetto all’attuale (Fig. 1). Gli eventi tellurici hanno cominciato a verificarsi maggiormente dal mese di Dicembre 2011, anche se la frequenza maggiore si sta registrando proprio nell’ultimo mese, facendo registrare una serie numerose di scosse superiori alla magnitudo 2,5, con picchi di magnitudo 3,6 (la scossa più forte ha superato magnitudo 4.0). L’incremento della frequenza delle scosse è ancora meglio evidenziata in fig.2, dov’è stato inserito il numero delle scosse telluriche mensili. Quattro nel mese di Luglio, 7 in Agosto e >20 tra Settembre 2012 e le prime ore di Ottobre 2012. Come già evidenziato in apertura, non è possibile trarre conclusioni al fine di predire eventuali forti scosse future. Un numero notevole di sciami evolvono senza apportare danni gravi, dissipandosi nel tempo, mentre altri, come quello di L’Aquila del 2009, possono evolvere in scosse importanti nell’arco di qualche mese. In quella circostanza lo sciame produsse una scossa di magnitudo 5.9 dopo circa 4 mesi, producendo centinaia di repliche dopo quella principale. Anche in questo caso i dati scientifici sono poco chiari, nel senso che alle volte è possibile osservare un incremento dell’intensità e della frequenza prima della scossa più forte, ed altre, addirittura una calma totale prima dell’evento importante. Per questo motivo è di fondamentale importanza agire sulla prevenzione, rendendo le abitazioni antisismiche, in attesa che la scienza possa capirne di più. Al momento lo sciame sismico sul Pollino è monitorato costantemente dagli organi competenti, proprio perché l’energia liberata sembra intensificarsi. A questo scopo è stata convocata la Commissione Grandi Rischi, con il punto della protezione civile. Continueremo a monitorare attentamente la situazione.