La deforestazione in Amazzonia ha raggiunto fra l’agosto 2011 e il luglio 2012 il suo livello più basso dal 1988: lo ha annunciato oggi il governo brasiliano che si avvicina così al suo obiettivo di ridurre entro il 2020 il disboscamento dell’80% rispetto al 2009. Nel 2011/2012, 4.656 km2 (465.600 ettari) sono stati disboscati, pari ad un calo del 27% rispetto allo stesso periodo 2010/2011. “Si tratta del livello più basso della storia, da quando il Brasile ha cominciato a misurare” la deforestazione nel 1988, ha annunciato alla stampa il ministro dell’Ambiente, Izabella Teixeira, precisando che si trattava del quarto calo in altrettanti anni. “Mi sembra che sia la sola buona notizia sull’ambiente nel mondo”, ha detto ancora Teixeira, prima di annunciare il lancio di un nuovo sistema elettronico per imporre delle multe a chi commette infrazioni. Il picco della deforestazione in Amazzonia era stato raggiunto negli anni 2003-2004, quando la distruzione delle foreste aveva raggiunto i 27.772 km2. Fra l’agosto 2010 e il luglio 2011, le superfici disboscate erano state di “soli” 6.238 km2, cifra che rappresentava già un record. A causa della deforestazione, il Brasile figura fra i grandi produttori di CO2 del pianeta, ma il governo ha fatto della riduzione del disboscamento dell’Amazzonia uno dei suoi principali obiettivi nella lotta contro il riscaldamento climatico e si è impegnato nel summit dell’Onu di Copenaghen del 2009 a ridurre il disboscamento dell’80% entro il 2020. Oggi “siamo appena a quattro punti dal nostro obiettivo”, ha sottolineato Teixeira.