Come abbiamo avuto già modo di spiegare in un precedente articolo di meteo didattica, fra i principali indici climatici troviamo pure la “QBO“, conosciuta come la “Quasi Biennial Oscillation“ o “Venti di Singapore”. Tale indice mette in evidenza l’oscillazione dei venti zonali equatoriali a livello stratosferico, i quali variano alternativamente la loro direzione, spirando sia da Est (“Easterlies“) per provenire successivamente da Ovest (“Westerlies“), secondo un periodo che in media dura circa 28-29 mesi. Tale variazione non è sempre regolare, tanto da poter mutare dai 20 ai 36 mesi. Secondo recenti studi i venti che spirano a livello stratosferico, sopra l’area equatoriale, subiscono periodici mutamenti che si propagano gradualmente fino alla parte più bassa della stratosfera, raggiungendo i confini più elevati della troposfera, che tra la fascia tropicale e quella equatoriale può superare i 16 – 18 km di altezza, data la notevole portata dei moti convettivi. Questa alternanza nel regime dei venti inizia nella parte centrale della stratosfera per poi estendersi progressivamente, per circa 1 Km al mese, fino alla parte più elevata della tropopausa tropicale. Ma la storia della “QBO” e del regime dei venti, in area equatoriale, inizia nel 1883, durante la tremenda eruzione del vulcano indonesiano Krakatoa (in indonesiano Krakatau). Proprio in quell’anno di fine Ottocento, in occasione di quella devastante eruzione, si scoprì che le polveri e le nubi di cenere disperse nell’alta atmosfera dalla violentissima eruzione girarono l’intero pianeta da est a ovest, in sole due settimane.
Dopo il ridimensionamento di “El Nino” cosa potrebbe riservare la “QBO” in posizione negativa nella futura stagione invernale ?
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