Energie rinnovabili: in Italia sono già attivi 300 impianti eolici per 7.315 Megawatt

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In Italia sono presenti circa 300 impianti di energia eolica per una potenza installata pari a 7.315 Megawatt (MW). Piu’ o meno la meta’ del potenziale di energia dal vento a cui il nostro Paese potrebbe puntare, ovvero 16.500 MW. A disegnare il quadro dello stato dell’arte e’ il presidente dell’Associazione nazionale energia del vento (Anev), Simone Togni, che parla di leadership italiana nella ricerca, nei materiali e nella sperimentazione immaginando, ”a meno di salti tecnologici enormi”, lo sviluppo dell’eolico in mare come prossimo passo. Quei circa 300 impianti (la taglia media delle ultime installazioni e’ di 14 MW) e oltre 7.300 MW – spiega Togni – producono ”11,8 Terawattora (TWh), pari al 3,5% del consumo elettrico e al 5% della produzione elettrica. L’obiettivo del governo – aggiunge – e’ di arrivare a 12.500 MW al 2020, anche se il potenziale si aggira intorno a 16.500 MW”. Per Tognisiamo ora piu’ o meno a meta’ del percorso di sfruttamento dell’energia eolica nazionale”. La situazione attuale, osserva il presidente di Anev, ”in Italia e nel mondo ci mostra una tecnologia ben strutturata e consolidata con generatori eolici efficienti. A livello mondiale la potenza installata e’ pari a 255.000 MW”. L’innovazione principale degli impianti eolici riguarda ”lo sfruttamento delle cosi’ dette aree marginali, cioe’ quelle siti inizialmente scartati a causa di un’orografia complessa o perche’ sono presenti situazioni di vento molto particolari”. L’energia eolica – rileva Togni – ”non ha infatti bisogno di vento fortissimo quanto di vento costante. Oggi le turbine consentono di sfruttare anche questi siti producendo energia elettrica in modo efficiente”. Inoltre, ‘‘l’Italia e’ leader mondiale nello sviluppo dei criteri aerodinamici per la struttura delle pale”, che in un certo senso riescono a ‘raccogliere’ piu’ vento. Per il prossimo futuro, conclude Togni, a fare la differenza saranno ”le applicazioni offshore, specie se si mette a punto un sistema di piattaforme flottanti”, tipo quelle petrolifere, ”su cui installare l’impianto” che galleggerebbe sull’acqua. Infine, si parla ”per ora soltanto a livello sperimentale di ‘aquiloni’, cioe’ l’eolico ad alta quota, dello sfruttamento delle correnti marine e del vento delle galleria vicino alle autostrade”.

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