Il global warming avrebbe fatto perdere alla Groenlandia circa 200 miliardi di tonnellate di ghiaccio in nove anni, tra Aprile 2002 e Agosto 2011. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Pnas e condotto da Christopher Harig e Simons Frederik dell’Università di Princeton, negli Stati Uniti, tra le aree maggiormente soggette allo scioglimento ci sono le coste sud-orientali e e nord-occidentali. A fornire i dati agli studiosi, la coppia di satelliti del progetto Gravity Recovery Experiment and Climate (GRACE), un programma di osservazione spaziale gestito della NASA e dell’Agenzia spaziale tedesca (DLR) il cui scopo è di raccogliere informazioni sulla gravità della Terra. “In questo studio abbiamo individuato la distribuzione spaziale della perdita di ghiaccio” spiega Harig, “con cui si osserva chiaramente la separazione tra queste regioni e le loro variazioni di massa nel corso del tempo”. Durante il 2003 e 2004 la perdita si è concentrata lungo tutta la costa orientale della Groenlandia, nei due anni successivi è diminuita a nord-est, ma è aumentata nella parte sud-est. La perdita di masse di ghiaccio ha poi cominciato ad aumentare lungo la costa nord-occidentale, con dei picchi tra il 2007 e il 2010. Dal 2008 poi il calo della massa ghiacciata nelle zone costiere del sud-est è diminuito. Mentre contrariamente a quanto si possa immaginare, “al centro della Groenlandia lo strato di ghiaccio è aumentato in modo costante nel corso degli ultimi dieci anni”. La vera particolarità della ricerca sta nel metodo, gli studiosi si sono basati solamente sui dati relativi alla gravità terrestre. “Lo sviluppo di questo tipo di analisi – conclude Harig – farà in modo che la gravità satellite, svolgerà in futuro un ruolo importante nello studio dei sistemi terrestri, lunari e planetari, anche quando altre osservazioni più dirette dovessero mancare”.