Se al contempo, in alta quota (a circa 300-250 hpa), transita uno “Jet Streak” (i massimi picchi di vento associati alla “corrente a getto”), che esalta ulteriormente il “Wind Shear verticale” alle varie quote, creando fortissime divergenze, è altamente probabile lo sviluppo, anzi lo “scoppio”, del “V-Shaped”, con la formazione della classica struttura a “V”. Questi temporali una volta erano rari sul Mediterraneo, ora, negli ultimi anni, complice anche l’aumento della temperatura media dei mari, stanno divenendo sempre più frequenti e spesso, purtroppo, sono i principali responsabili delle terribili alluvioni che recentemente hanno cagionato morti e feriti in vari angoli d’Italia (basta vedere le recenti alluvioni sulla Toscana). I temporali del tipo “V-Shaped” sono caratterizzati da una forma piuttosto lineare, come quella di una “Squall Line” (linea temporalesca) associata al passaggio di un fronte freddo, assumendo la caratteristica conformazione a V, ben individuabile dalle moviole satellitari o dalle immagini radar. Questi temporali sono molto temuti, soprattutto durante la navigazione aerea, a causa delle violentissime turbolenze che possono propagare anche al di fuori dei Cumulonembi. Le celle più intense stanno proprio lungo il vertice della V, sul versante Sud o Sud-ovest, dove si concentrano i fenomeni più violenti ed estremi, con piogge torrenziali e attività elettrica a fondoscala.
Il tornado che ha devastato Taranto era legato ad un sistema convettivo “V-Shaped”: scopriamo di cosa si tratta
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