Dopo una prolungata fase d’instabilità il vortice polare tenta in tutti i modi di provare a ricompattarsi in sede artica. Tale tendenza, che ultimamente ha accompagnato una ripresa del flusso zonale alle alte latitudini, in questi ultimi giorni. Ma la conferma, di un notevole rinvigorimento del vortice polare, viene anche dall’indice “NAM”, che sta per superare la soglia dei +1.5. L’indice “NAM” deriva dall’inglese “North Annular Mode”, che rileva la differenza tra la pressione atmosferica sulla verticale del Polo Nord e quella delle medie latitudini. Rispetto all’indice “AO”, che rileva la differenza di pressione fra il Polo e le medie latitudini a livello del mare, l’indice “NAM” comprende tutte le quote, dai bassi strati fino alla parte più bassa della stratosfera. Proprio per questo il “NAM” è un indice molto importante, poiché ci indica la forza del vortice polare alle quote stratosferiche. L’indice “NAM” in fase positiva, in genere, dovrebbe accompagnare un notevole ricompattamento del vortice polare in sede artica, il che comporterebbe una intensificazione delle umide correnti zonali alle medio-alte latitudini, con la ripresa di un alto indice zonale. L’attività ciclonica va ad intensificarsi alle alte latitudini, con lo sviluppo di profondi vortici depressionari.
Ciò dovrebbe inibire l’avvento di importanti ondate di freddo verso la fascia temperata, fra nord-America, Europa e Asia, mentre l’aria gelida rimarrà confinata oltre il circolo polare artico. Quando il vortice polare tende a rafforzarsi una profondissima circolazione depressionaria principale, colma di aria gelida, si attiva sopra il mar Glaciale Artico, a cui si associano altre aree cicloniche secondarie che rinvigoriscono importanti figure di bassa pressione, come la famosa depressione semi-permanente d’Islanda o la depressione delle Aleutine. Si viene cosi ad innescare un fitto “gradiente barico orizzontale” e di “geopotenziale”, fra le latitudini artiche e quelle temperate, che va a rinvigorire il ramo principale della “Jet Stream” che scorre sull’intero emisfero, con i relativi “Jet Streaks” (massimi di velocità del “getto”) localizzati nelle aree di massimo “gradiente di geopotenziale” fra alte e medie latitudini.
Il quadro configurativo però non è alquanto ben definito. Difatti, se il vortice polare stratosferico tende ad approfondirsi e a raffreddarsi notevolmente, il vortice polare troposferico, di tutta risposta, potrebbe reagire con un progressivo surriscaldamento, che andrebbe a disturbare lievemente la sua attività. Entro fine mese non sono esclusi dei piccoli disturbi, attribuibili ad eventuali “forcing”, che andranno ad intaccare il vortice polare nei bassi e medi strati. Il progressivo stiramento del vortice potrebbe determinare, specialmente nell’alta stratosfera, uno schema configurativo a “wave2 pattern”, caratterizzata dallo sviluppo di due ampi promontori anticiclonici, uno sul Pacifico settentrionale (anticiclone delle Aleutine) e l’altro in azione sull’Atlantico settentrionale (anticiclone delle Azzorre). A tali promontori anticiclonici si assoceranno delle saccature che affonderanno in direzione del Canada orientale e del nord-est degli Stati Uniti, la prima, e dell’Europa centro-occidentale, la seconda. In seno a queste saccature si potranno celare delle discese d’aria fredde, dalle latitudini sub-polari, che dovrebbero manifestarsi fra la fine del mese corrente e l’inizio di Dicembre. Ancora è troppo presto per ulteriori dettagli, ma se questo quadro verrà confermato è probabile che entro i primi giorni di Dicembre una nuova ondata di freddo potrebbe puntare in direzione dell’Europa, riportando un clima decisamente più freddo su diverse aree del vecchio continente.