La scorsa settimana, in un articolo che preannunciava l’ormai imminente “split” (spaccatura) del vortice polare troposferico, avevamo sottolineato come quest’ultimo, dopo essersi rotta, sotto l’azione di disturbo dei “forcing” d’origine aleutinica e azzorriana, tenda ad influenzare profondamente le condizioni meteorologiche nel continente europeo, asiatico o americano, in base all’espansione verso le basse latitudini dei vari “lobi” che ne fanno parte. In questo caso, l’espansione verso sud dei vari “lobi”, si originano le intense ondate di freddo che trasportano le gelide masse d’aria, presenti sopra la Calotta Artica, verso l’Europa, l’Asia centro-settentrionale e il nord-America, con profonde avvezioni fredde che possono dare origini ad importanti episodi di gelo nella stagione invernale. Nei prossimi giorni, la “tenaglia” esercitata dalle due grandi ondulazioni troposferiche, spaccherà esattamente a metà il vortice polare, il quale si dividerà in due grandi lobi principali. Il primo si andrà a collocare sull’arcipelago dell’artico canadese, dove si realizzerà un forte raffreddamento che si estenderà su tutta l’area canadese. Il secondo lobo tracimerà sulla Siberia centro-orientale, portando successivamente delle intense ondate di freddo, con associate nevicate fino a bassa quota se non al piano, tra l’est della Mongolia, la Manciuria, con probabile interessamento della penisola di Corea e dell’isola giapponese di Hokkaido, dove si potrebbero verificare abbondanti nevicate.
Ed è quanto si sta verificando in questi giorni, dove uno dei due principali “lobi” del vortice polare è scivolato sulla Siberia centro-orientale, portando successivamente delle intense ondate di freddo, con associate nevicate fino a bassa quota se non al piano, tra l’est della Mongolia, la Manciuria, con interessamento della penisola di Corea e dell’isola giapponese di Hokkaido, dove si vengono a delineare le situazioni sinottiche adatte per avere abbondanti nevicate. Difatti un esteso blocco di aria gelida, dal mar Glaciale Artico si è rapidamente spinto fino alla Siberia orientale, con un nocciolo gelido di -40°C a 500 hpa pronto a raggiungere i cieli della Repubblica di Jacuzia. Al contempo un oceano di aria gelida, con isoterme sotto i -20°C -25°C, ha invaso l’intera Siberia centro-orientale, causando un brusco quanto intenso raffreddamento, accompagnato da nevicate di debole o moderata intensità che interesseranno soprattutto la Repubblica di Jacuzia fino alle coste affacciate sul mare di Ohotsk. Una parte di questo immenso blocco gelido è scivolato sul mare di Ohotsk, alimentando una profonda circolazione depressionaria che nelle ultime ore ha indugiato sulla penisola di Kamcatka, portandovi forti venti, in genere dai quadranti orientali o sud-orientali, e precipitazioni intense, che risulteranno nevose fin sulle coste, nella parte più settentrionale di Kamcatka.
Il profondo ciclone extratropicale, muovendosi verso nord, nel tratto di mare ad ovest della penisola di Kamcatka, si è ulteriormente approfondito, a causa della massiccia irruzione di aria fredda a tutte le quote che proveniva dall’altopiano siberiano, sprofondando sotto i 965 hpa. Un valore davvero basso, che oltre ad inasprire il “gradiente barico”, ha attivato vere e proprie bufere di vento che hanno investito il tratto di oceano Pacifico, antistante le isole Curili e la penisola di Kamcatka, ed il mare di Ohotsk, dove i furiosi venti dai quadranti occidentali hanno varcato la soglia dei 100-120 km/h nei punti meglio esposti. La profonda area ciclonica, centrata nel mare di Ohotsk, con un minimo barico al suolo che è riuscito a scendere sotto i 965 hpa, ha richiamato dall’estremo oriente russo intensi venti, dai quadranti occidentali, che hanno sferzato dapprima le isole Curili, e successivamente pure la parte più settentrionale del mar del Giappone e l’isola di Hokkaido, dove fra lunedì e martedì lo “stau” (sbarramento orografico) esercitato dai rilievi interni alle fredde e forti correnti occidentali, ha dato la stura a consistenti nevicate che si sono spinte fino alle coste occidentali dell’isola settentrionale giapponese, causando non pochi disagi.
Le forti nevicate sono state accompagnate da autentici temporali nevosi che sono andati a svilupparsi sopra le più miti acque del mar del Giappone, non appena le fredde masse d’aria, d’estrazione artico siberiana, dalla Repubblica di Jacuzia, attraversando la Siberia orientale, si sono gettate sopra il tratto di mare che separa le coste dell’estremo oriente russo da quelle giapponesi, in modo particolare dalla più settentrionale Hokkaido. Il fortissimo “gradiente termico verticale” che si è prodotto ha fatto scoppiare la convenzione in seno all’irruzione fredda, favorendo il rapido sviluppo di imponenti cumulonembi carichi di rovesci di neve e grandine. In alcune aree i temporali nevosi, caratterizzati da una vivace attività elettrica e da tuoni fragorosi, hanno dato vita a intensi “blizzards”, con forte neve e intense raffiche di vento, in grado di ridurre la visibilità orizzontale a poche centinaia di metri sulle aree occidentali. Per questo motivo il Chitose International Airport hanno registrato delle interruzioni nei collegamenti. In alcune località, dopo gli incredibili temporali nevosi, il manto bianco accumulato al suolo ha superato uno spessore di 40-50 cm. Da segnalare pure come a Muroran, durante le nevicate, il fortissimo vento dai quadranti occidentali ha fatto registrare un picco di ben 144 km/h. Altri rovesci nevosi, nelle prossime ore, andranno a colpire città come Aomori, Hirosaki, Akita, Sakata, Nigaata e Nagaoka. Nei prossimi giorni sono attese altre nevicate che interesseranno soprattutto la parte occidentale dell’isola di Hokkaido.
I temporali nevosi sono veramente rari nell’isola di Hokkaido ?
In realtà, per l’isola di Hokkaido, temporali nevosi di questa intensità non sono poi cosi rari come si pensa. La grande nevosità dell’isola di Hokkaido deriva dalla particolare esposizione di quest’ultima alle gelide masse d’aria che dall’altopiano della Siberia orientale scivolano verso il mare di Ohotsk e il mar del Giappone, per umidificarsi e riscaldarsi sensibilmente nei bassi strati. A contatto con la più mite superficie marina la massa d’aria gelida, di origini siberiane, si riscalda e si carica di umidità fin dagli strati più bassi, instabilizzandosi al proprio interno e determinando la rapida formazione di estesi corpi nuvolosi cumuliformi che vanno ad impattare e addossarsi sui rilievi più elevati dell’isola di Hokkaido e Honshù, determinando fitte e persistenti nevicate sulle coste occidentali di tali isole.
Bisogna anche dire che l’aria fredda siberiana, pur umidificandosi, è costretta a transitare sopra un tratto di mare non molto ampio, tanto da raggiungere le coste occidentali nipponiche conservando buona parte delle proprie origine gelide, specie negli strati più alti. Ciò alimenta l’attività convettiva (correnti ascensionali) e la formazione di imponenti annuvolamenti cumuliformi che danno la stura ai rovesci nevosi, se non veri e propri temporali, fin sulle coste. In questi casi è rilevante anche la presenza dei rilievi piuttosto elevati sulle aree più interne dell’isola di Honshù e Hokkaido (le Alpi giapponesi) che costringono le masse d’aria fredde, di lontane origini siberiane, a sollevarsi per raffreddarsi e condensarsi, favorendo la genesi di grandi annuvolamenti lungo il versante occidentale, affacciato al mar del Giappone. Per questo le grandi nevicate si concentrano sulla parte occidentale di Hokkaido e di Honshù, mentre le coste orientali rimangono in piena “ombra pluviometrica” con correnti da Ovest o NO.