Makemake, un mondo ghiacciato oltre l’orbita di Plutone

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Credit: NASA

Negli ultimi dieci anni gli astronomi hanno scoperto un gran numero di pianeti nani che orbitano oltre il pianeta Nettuno. Uno tra questi è Makemake, un mondo soprannominato “Easterbunny” dai suoi scopritori, prima di ottenere ufficialmente il nome dal creatore polinesiano dell’umanità e del Dio della fertilità. Sebbene questo mondo ghiacciato scoperto nel 2005 non possieda un ambiente, c’è ancora la possibilità che esso possa ospitarlo non appena una cometa si avvicini al punto della sua orbita più vicino al Sole. Makemake è apparentemente coperto da uno strato di metano ghiacciato, ed è abbastanza brillante da poter essere osservato attraverso un telescopio amatoriale. La sua distanza è di circa 53 volte la distanza Terra-Sole, ed è il terzo pianeta nano per dimensioni del sistema  solare ed è appartenente alla classe dei plutoidi. Orbita ad una distanza intermedia tra Plutone ed Eris, e la comunità scientifica è incerta in merito ad una sua possibile atmosfera. Nel 2011 il pianeta è transitato dinanzi alla lontana stella 1181-0235723, aiutando gli astronomi a determinare alcuni suoi parametri fisici. “Per me è estremamente notevole ottenere una conoscenza accurata delle proprietà più importanti di questi pianeti nani misteriosi anche se sono così lontani dalla Terra,” ha detto l’autore dello studio, José Ortiz, uno scienziato planetario presso l’Istituto di Astrofisica di Andalucía a Granada, in Spagna. “Solo tre anni fa non avevamo mai osservato una occultazione singola da un oggetto trans-nettuniano, e ora siamo riusciti a osservare questi 12 eventi, nove dei quali dal nostro team internazionale.” Tali occultazioni sono estremamente difficili da prevedere e osservare.

Credit: David A. Aguilar (CfA)

Per fare un confronto, “questi mondi sono così lontani che appaiono tutti della stessa dimensione, come quella di una moneta vista ad una distanza di 50 chilometri” ha detto Ortiz. “Ma grazie al nostro duro lavoro e alla importante collaborazione a livello internazionale, siamo stati in grado di battere tutte le difficoltà.” Durante l’eclissi alla stella lontana, la luce appariva e spariva velocemente, suggerendo la mancanza o la presenza di una tenue atmosfera, sino a 250 milioni di volte più sottile di quella terrestre a livello del mare. Tuttavia, non è da trascurare l’ipotesi della presenza di macchie di atmosfera sovrastanti le aree più calde della superficie, che assorbono più luce solare. “Abbiamo il sospetto che queste macchie scure possano essere concentrate alle latitudini del punto subsolare del pianeta, ossia quel punto in cui i raggi solari raggiungono la superficie perpendicolarmente”, sostiene lo scienziato. Queste macchie scure potrebbero formare una specie di banda scura del pianeta. Esempi simili sono la luna di Giove, Io, e quella di Saturno, Encelado, che nascono per lo più da gas rilasciato da vulcani. Anche Marte vanta aree con un’atmosfera più densa delle altre, che in questo caso derivano dalla sublimazione del ghiaccio di anidride carbonica. Grazie alla tecnica del transito oggi è possibile studiare gli oggetti trans-nettuniani con molta più accuratezza rispetto al passato. Gli scienziati hanno descritto le loro scoperte sulla rivista Nature.

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