Il livello idrometrico del fiume Po e’ gia’ salito ancora di quasi 2 metri in sole ventiquattro ore per effetto delle intense precipitazioni che hanno provocato la piena di molti fiumi. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti, a Pontelagoscuro nel tardo pomeriggio, che evidenzia come lo stato del principale fiume italiano sia significativo delle difficolta’ negli altri corsi d’acqua in una situazione in cui la piena dei fiumi minaccia ed ha gia’ provocato allagamenti nelle campagne dove si registrano anche frane e smottamenti con danni di milioni di euro. Sono centinaia – sottolinea la Coldiretti – le aziende agricole finite sott’acqua tra Toscana, Veneto, Umbria e Lazio dove l’ondata di maltempo ha provocato danni per milioni di euro nel solo settore agricolo. per lo straripamento dei fiumi e la pioggia intensa si sono verificati allagamenti, ma si contano anche numerose frane e smottamenti che hanno colpito tra l’altro vigneti, serre, stalle e ortaggi. L’Italia paga il prezzo della mancanza di una politica territoriale che ha favorito l’abbandono dell’agricoltura nelle zone difficili e la cementificazione in quelle piu’ ricche con il risultato che a livello nazionale ci sono – sottolinea la Coldiretti – 6633 i comuni complessivamente a rischio, l’82 per cento del totale. Nella Provincia di Massa Carrara la situazione piu’ critica si segnala – rileva la Coldiretti – nelle colline del Candia dove si produce il Doc dei Colli Apuani. Difficile quantificare – precisa la Coldiretti – il numero delle frane che hanno interessato i terrazzamenti di una viticoltura eroica mentre sono numerose le aziende agricole che hanno registrato danni gravissimi alle strutture e alle cantine che sono allagate dove da poche settimane si era conclusa una vendemmia ottimale dal punto di vista della qualita’. Danni anche – continua la Coldiretti – per l’orticoltura, il florovivaismo e la zootecnia che rappresentano l’ossatura del comparto primario a livello provinciale. In Umbria – sostiene la Coldiretti – allagamenti nelle campagne della zona di Orvieto per lo straripamento del Paglia e nella zona di Marsciano in provincia di Perugia per lo straripamento del Nestore. Nel Veneto e’ tornato l’incubo dell’alluvione del 2010 e sono ancora le stesse aree ad essere colpite, i medesimi corsi d’acqua a tracimare. Nell’alta padovana – sottolinea la Coldiretti – case, orti e stalle allegati per l’esondazione del Vandura, Muson, Tergola. Nelle localita’ del comprensorio di Camposanpiero i danni piu’ evidenti a campi e allevamenti dove gli agricoltori hanno salvato gli animali in tempo. Nel veronese a Soave e Monteforte d’Alpone, gia’ toccate dall’esperienza due anni fa, gli abitanti sono stati col fiato sospeso fissando gli argini sommersi dalla piena. Preoccupazione – continua la Coldiretti – anche in provincia di Treviso nella Pedemontana e a Belluno dove frane e pioggia hanno provocato dissesti stradali con crepe profonde e onde di fango. Rimane aperta la delicata questione dei bacini di laminazione – spiega Coldiretti – efficaci strumenti di prevenzione, ma ancora in fase di progettazione, nonostante il succedersi degli eventi che invocano interventi decisi e urgenti.