L’ondata di maltempo che ha mersso in ginocchio l’Umbria allenta la morsa. Da qualche ora non piove piu’, anche se continuano gli interventi dei vigili del fuoco e della protezione civile. Resta, comunque, alta l’attenzione sulla Media Valle del Tevere. Questa mattina i vigili del fuoco sono intervenuti anche all’interno del carcere perugino di Capanne, a causa dell’allagamento di alcuni scantinati. Ad Orvieto la situazione rimane critica in molti punti, in particolare ad Orvieto Scalo. Chiuso al traffico il ponte che collega Ciconia al locale ospedale.
“In Umbria, a seguito delle precipitazioni piovose delle ultime 36 ore, permane una situazione di seria criticita’, soprattutto per cio’ che riguarda il livello e la portata idrica del fiume Tevere”. Lo riferisce la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che si rechera’ nelle due aree piu’ colpite dagli eventi calamitosi, quelle di Marsciano ed Orvieto, per effettuare dei sopralluoghi insieme ai tecnici della Protezione civile regionale e dei sindaci dei comuni interessati. A Marsciano la presidente si rechera’ nella giornata di oggi, attorno alle ore 13. Dopo un sopralluogo avra’ un incontro con il sindaco della citta’. Nella giornata di domani la presidente si rechera’ ad Orvieto, dove e’ previsto, sempre attorno alle ore 13, un incontro presso la sede del Comune con i sindaci di Orvieto e di tutti gli altri Comuni i cui territori sono stati interessati dalle forti piogge e da esondazioni dei corsi d’acqua. “In questa fase – ha dichiarato la presidente Marini – siamo ancora concentrarti con la nostra Protezione civile, in collaborazione con le Prefetture e con le amministrazioni comunali, nella gestione dell’emergenza in tutto il territorio regionale. A preoccupare maggiormente e’ la situazione del fiume Tevere, le cui ondate di piena previste nelle prossime ore potrebbero creare ulteriori danni e difficolta’. In ogni caso tecnici regionali, insieme a quelli delle altre amministrazioni locali, stanno gia’ effettuando sopralluoghi per la verifica di danni che questa eccezionale ondata di maltempo ha creato ai cittadini ed a tutto il sistema economico”.
”Sforare il patto di stabilita’? Questo sarebbe fondamentale”. Lo ha detto Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria ai microfoni di ’24 Mattino’ su Radio 24 in merito allo stato di calamita’ naturale dovuto alle alluvioni in Regione. ”Penso che sia opportuno – ha aggiunto la governatrice umbra – che si rivedano le regole del patto di stabilita’ interno almeno per le opere che servono a mettere in sicurezza le persone come quelle sul dissesto idrogeologico o quelle riguardanti l’edilizia scolastica, quindi la sicurezza sismica”. Sui fondi necessari per affrontare lo stato d’emergenza Marini non si sbilancia: ”sulle cifre non mi avventuro. Voglio pero’ sottolineare che nella nostra realta’ non c’e’ abusivismo edilizio ed urbanistico rilevante tale da danneggiare il territorio. Qui in Umbria c’e’ stato un uso molto responsabile del territorio, i piani regolatori hanno funzionato e non e’ un caso che riusciamo a gestire sempre con grande attenzione una calamita’ cosi’ straordinaria in una situazione di emergenza. Nella mia regione c’e’ una cultura della programmazione e della prevenzione, dico tuttavia che la fragilita’ dell’Italia e’ tale che abbiamo bisogno di un programma costante di intervento sul dissesto idrogeologico”. Il presidente della Regione Umbria ha aggiunto che ”ad oggi le uniche risorse finanziarie che abbiamo potuto utilizzare in questi due anni sono quelle del cofinanziamento regionale. Sono mancate del tutto le risorse dello Stato. Nei giorni scorsi il ministro Clini, almeno nel caso della mia Regione e di altre, ha provveduto a sbloccare una parte di questi fondi. Stiamo parlando di un piano regionale complessivo di 40 milioni di euro ripartito per meta’ fra Regione e Stato”. Infine il presidente Marini ha confermato che la situazione rimane di alta criticita’ nella zona nord dell’Umbria per via di ”una catastrofe naturale’. ”Al momento – ha aggiunto la Marini – escludiamo pero’ la prospettiva dell’intervento dell’esercito perche’ attraverso le strutture comunale e regionali e anche gruppi volontari siamo riusciti a gestire tutta l’organizzazione della Protezione civile”.