Una grossa tromba marina, in inglese nota come “Waterspout”, si è sviluppata all’interno della baia di Batemans, lungo le coste dell’Australia orientale, nello stato del Nuovo Galles del Sud. Stamattina abbiamo pubblicato i video mozzafiato che potete osservare cliccando qui. La spettacolare tromba marina si è originata in seno al “gust front” di un robusto sistema temporalesco a mesoscala, che ha interessato l’area, dispensando forti temporali e intensi rovesci di pioggia, accompagnati da attività elettrica e colpi di vento, legati ai “downburst” del temporale stesso. Per fortuna, come viene evidenziato dalle numerose fotografie scattate dai residenti del luogo (e prontamente postate sui principali social network), l’imponente vortice è rimasto in mare, pur non lontano dalla costa, senza provocare grossi danni nell’entroterra, fortunatamente. Un suo passaggio sulla terra ferma, come spesso avviene nel sud-est dell’Australia durante i forti temporali frontali (legati al passaggio di un fronte freddo), avrebbe causato ingentissimi danni al vicino centro abitato, se non pure delle vittime. Da alcuni giorni le coste orientali australiane sono state interessate da diversi temporali, a tratti anche intensi, causa lo sviluppo e l’approfondimento di un’area ciclonica extratropicale sul mar di Tasman, la quale tende a pilotare un flusso di fresche, umide e instabili correnti orientali verso le coste del Nuovo Galles del Sud. La fresca ventilazione orientale, nei bassi strati, spinta da questa circolazione depressionaria in azione sul mar di Tasman, diverge con le forti correnti occidentali che scorrono in quota, nell’alta troposfera, provocando un netto inasprimento del “Wind Shear verticale” che agevola lo scoppio di intensi moti convettivi (correnti ascensionali) lungo l’Australia sud-orientale, ed in particolare sulle coste, fra il sud dello stato del Queensland e il Nuovo Galles del Sud (dalla baia di Hervey a sud di Sydney), ove la divergenza fra le moderate correnti orientali nei bassi strati e l’intenso flusso occidentale in alta quota è tale da alimentare la convenzione, producendo molti temporali ad asse obliquo.
Quest’ultima viene ulteriormente esaltata dallo “stau” (sbarramento orografico) imposto dai rilievi montuosi della Gran Catena Divisoria alla ventilazione orientale nei bassi strati, che addossano nei versanti sopravento una compatta nuvolosità cumuliforme, la quale, per la forzatura orografica, tende a salire verso l’alto, formando grossi cumuli e congesti la cui sommità (la parte più elevata della nube), man mano che sale di quota, tende ad essere stirata dalla “corrente a getto”. Ciò comporta che la parte sommitale dell’addensamento cumuliforme (quella che nei cumulonembi temporaleschi viene chiamata “incudine”) tende ad allontanarsi dalla base dei cumulonembi, divergendo verso est, assumendo il tipico asse obliquo, ben identificabile dalle moviole satellitari. In questi casi, a causa della perdita di molta aria pilotata dai bassi strati, la “Cellula temporalesca”, o il sistema convettivo più organizzato, è costretta a richiamare altra aria calda dall’ambiente circostante, intensificando notevolmente il temporale che può divenire veramente forte, apportando precipitazioni molto forti accompagnate da impetuose raffiche di vento prodotte dai “downbursts” (forti correnti discendenti che raggiungono il suolo e tendono a divergere orizzontalmente in più direzioni spuntando aria fredda dalla parte alta dei cumulonembi).
L’instabilità permarrà fino alla giornata di domani, con la possibilità di nuovi rovesci e temporali sparsi sul Nuovo Galles del Sud, prima di un progressivo miglioramento, con l’allontanamento della circolazione depressionaria verso l’Isola del Sud, in Nuova Zelanda, dove è atteso un imminente peggioramento, con piogge e rovesci sparsi. Altri temporali, stavolta di natura più propriamente “termoconvettiva”, stanno interessando pure le zone interne dei territori del Nord e dell’Ovest, specie la regione a nord della città di Alice Springs. Alcuni di questi sistemi temporaleschi hanno raggiunto delle dimensioni considerevoli, ma i fenomeni precipitativi intensi risultano localizzati solo a ristrette aree territoriali, specie nella parte meridionale dei Territori del Nord (Northern Territory). Anche in questo caso, il transito del “getto sub-tropicale” nell’alta troposfera, contribuisce ad inasprire l’attività temporalesca diurna sull’intera regione settentrionale, che proprio in questo periodo dell’anno, con l’avvicinamento del sole allo “zenit” (raggi solari perpendicolari sulla linea dell’orizzonte nelle ore centrali del giorno) e l’inizio dell’estate australe (fra meno di un mese), comincia a scaldarsi notevolmente, con i termometri che iniziano a sfondare il muro dei +40°C all’ombra in molte località dell’entroterra desertico.