E’ impossibile prevedere dove e quando ci sara’ un terremoto, ma e’ possibile formulare per ogni area del territorio le probabilita’ che si verifichi un terremoto di una certa magnitudo in un intervallo di tempo molto ampio. A spiegarlo e’ stato Paolo Messina, direttore dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Igag) del Cnr di Montelibretti (Rm) in un articolo pubblicato sull’amanacco della Scienza del Cnr. “Il terremoto, infatti, non si puo’ ne’ eliminare, ne’ gestire e le attuali conoscenze scientifiche non consentono alcuna previsione deterministica: non e’ cioe’ possibile indicare, con ragionevole certezza, quando, dove e con quale intensita’ avverrà l’evento”, ha spiegato Messina. “Per intendersi, non puo’ ritenersi valida l’indicazione, ad esempio, di un probabile terremoto entro un anno in Calabria poiche’ non potrebbe generare nessuna azione di salvaguardia in quanto, sia in termini economici sia sociali”, ha aggiunto. Attualmente, la comunita’ scientifica e’ in grado di formulare previsioni di tipo probabilistico. “E’ possibile indicare per ogni area del territorio la probabilita’ che si verifichi un terremoto di una certa magnitudo massima entro un intervallo di tempo molto ampio”, ha sottolineato Messina. “Queste previsioni sono di estrema importanza, applicando il ‘principio di precauzione’ o semplicemente il buonsenso, per l’unica soluzione possibile: costruire con criteri antisismici e mettere in sicurezza gli edifici: soluzione, come sappiamo, particolarmente onerosa per i nostri tanti centri storici italiani”, ha aggiunto. Sul piano dell’individuazione delle zone a rischio sismico, “A partire dagli anni ’80, studi geologici sempre piu’ dettagliati e complessi hanno permesso di individuare le faglie attive e il loro grado di pericolosita’ sismica, consentendo il calcolo della massima magnitudo attesa e dei ‘tempi di ritorno’ dei grandi terremoti”, ha affermato il direttore Igag-Cnr. “E’ da tali conoscenze a partire, tenendo conto del contesto geologico all’origine del terremoto in Emilia Romagna, che la ‘Commissione grandi rischi’ ha deciso di mantenere alta l’attenzione ancora per un anno, non potendo escludere l’eventualita’Â di un altro sisma importante”, ha continuato Massina. Grazie a indagini geologiche sempre piu’ raffinate, oggi e’ poi possibile elaborare carte di microzonazione sismica che consentano di caratterizzare il territorio, distinguendo tra aree stabili e suscettibili di amplificazione sismica o soggette a fenomeni di instabilita’, quali frane, fratture e liquefazioni. “I principali filoni di ricerca riguardano lo studio dei gas emessi nelle zone di faglia, le variazioni dei campi elettrici ed elettromagnetici, lo studio dell’accumulo di stress tra le zolle attraverso misure satellitari e Gps. L’unica difesa dai terremoti – ha concluso Messina – rimane comunque una corretta ed efficace prevenzione”.
Terremoti, il Cnr: “previsioni probabilistiche e non deterministiche”
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