Abbiamo già parlato in modo approfondito della scossa di terremoto di magnitudo 4.4 che stamattina alle 08:06 è stata avvertita in Calabria e Sicilia, con epicentro nel reggino tirrenico, in Aspromonte. In questa pagina è possibile consultare la scheda con gli effetti macrosismici della scossa, che è stata avvertita in gran parte di Calabria e Sicilia.
Per approfondire tutti i dettagli su quest’evento sismico, abbiamo intervistato Carlo Tansi, geologo del Cnr ed esperto della sismologia Calabrese.
Tansi ci ha spiegato di “non essere molto preoccupato per un sisma di tale entità, in quanto s’è verificato a una grande profondità“. L’esperto, infatti, ha illustrato una tipica differenziazione della sismologia calabrese: “in Calabria ci sono due tipi di sorgenti sismiche, e cioè le faglie superficiali e quelle in profondità. Le faglie superficiali sono quelle che hanno provocato i terremoto catastrofici della storia della Regione e hanno una profondità mediamente non superiore ai 30-50km, quindi tutte le scosse che hanno un ipocentro compreso tra la superficie e i 30-50km sono connesse a questo tipo di sismicità. Invece le faglie in profondità sono quelle più innocue. I terremoti che si verificano a grandi profondità sono terremoti provocati dal fatto che l’Africa, la placca Africana, scorre sotto il continente Europeo: l’Africa, infatti, è più “pesante” dell’Europa, ha una densità maggiore, quindi scorre sotto il Vecchio Continente muovendosi verso nord, e questo scorrimento avviene a profondità fino a 800km e proprio in questo scorrimento, dovuto al fatto che i due continenti si stanno scontrando, l’Africa si frattura dando origine a terremoti molto più profondi, con ipocentri che oltrepassano i 50km e arrivano fino a circa 800km di profondità. Questa seconda tipologia di terremoti è meno catastrofica e pericolosa, perché l’ipocentro è molto profondo e quando le scosse si propagano da grandi profondità fin nella superficie perdono fortunatamente tutta la loro energia, infatti più le scosse sono superficiali, più sono catastrofiche perché scaricano tutta l’energia in superficie“.
Il dott. Tansi, poi, divide la Calabria in due aree dalla diversa sismicità: “la Calabria centro/settentrionale, dalla piana di Lamezia fino al Pollino, è interessata da faglie corte, non molto lunghe, che nella storia hanno provocato molti terremoti mai catastrofici, invece le faglie di reggino e vibonese, dalla piana di Lamezia allo Stretto, provocano pochi terremoti di elevata magnitudo, perchè sono faglie molto più vaste che si muovono raramente e rilasciano in modo improvviso tutta l’energia accumulata in tempi molto lunghi“.
Secondo Tansi, inoltre, la scossa di stamattina non dovrebbe essere collegata a quella del 29 agosto scorso, con epicentro a Scilla (magnitudo 4,6), che era stata crostale, in quanto si era verificata a 45km di profondità.
Il dott. Tansi precisa infine che “purtroppo la scienza non è in grado – oggi – di fare le previsioni dei terremoti. Non si può dire se e quando si verificheranno scosse forti, almeno non in modo preciso. Sicuramente sappiamo che la Calabria è una Regione molto sismica, ma non si può prevedere il giorno, il mese e l’anno delle scosse. Possiamo comunque sapere dove ci saranno forti terremoti in base ai dati storici. I terremoti più violenti della Calabria sono sempre stati nella zona meridionale, tra lo Stretto e il Vibonese, mentre per quanto riguarda la Calabria settentrionale abbiamo avuto terremoti anche forti e intensi, ma comunque meno importanti, al massimo di poco superiori alla magnitudo 6.0 Richter, con potere distruttivo inferiore rispetto a quelli che possono capitare nelle zone meridionali della Regione. Anche il numero di vittime lo dimostra: gli eventi più drammatici della storia sono stati quello del 1908 nello Stretto, quelli del Vibonese e della Piana di Lamezia Terme, con decine di migliaia di vittime, mentre nel cosentino e nella zona al confine tra Calabria e Basilicata abbiamo avuto terremoti sì, anche catastrofici, ma con numero di vittime nell’ordine delle centinaia, mai delle migliaia. In sintesi, possiamo dire che tutta la Calabria è ad alto rischio sismico ma c’è una netta differenza tra quella centro/settentrionale e quella centro/meridionale“.