Il terremoto di magnitudo 3,7 avvenuto alle 9,28 di questa mattina nel Pollino ”rientra nella sequenza che stiamo osservando da due anni e che si e’ intensificata negli ultimi due mesi”, ha detto il direttore del Centro nazionale terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Alessandro Amato. La stessa cosa si puo’ dire delle cinque repliche di magnitudo compresa fra 2,5 e 2,9 avvenute nelle ore successive alla scossa principale, in mattinata. Gli eventi osservati sembrano coerenti con la sequenza in atto da due anni in quanto, ha spiegato Amato, non sono avvenuti ne’ in una zona diversa ne’ sono legati ad una faglia diversa. Anche la profondita’, compresa fra 7 e 8 chilometri, e’ coerente con quella finora osservata negli altri terremoti avvenuti nella zona. Nel frattempo per raccogliere maggiori informazioni sulla sismicita’ nella zona del Pollino l’Ingv ha installato nuovi strumenti nell’area compresa fra Basilicata e Calabria, uno dei quali e’ collegato direttamente con la sala sismica. Altri strumenti sono stati installati dal centro tedesco per le ricerche geologiche Gfz, di Postdam. ”Il risultato – ha osservato Amato – e’ una rete che permettera’ di studiare questa zona in modo molto dettagliato”. Altri dati, infine, vengono rilevati dai satelliti radar della costellazione Cosmo SkyMed, dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), e permetteranno di osservare il processo di deformazione.