21 Dicembre 2012: altro che fine del mondo, sarà il giorno del Solstizio d’inverno

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Solstizio d'Inverno

Mancano poche ore al fatidico 21 Dicembre 2012, il giorno del Solstizio d’Inverno. In astronomia è definito come il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione minima. Chi vive nell’emisfero boreale avrà già notato un anticipo netto del tramontare del Sole, accentuato nel nostro paese dal passaggio dall’ora legale a quella solare. La maggior parte della gente associa al solstizio d’inverno il giorno più corto dell’anno, ma gli astronomi tendono a vederlo come la notte più lunga dell’anno. Il solito discorso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. In questa data, il Sole rimane sopra l’orizzonte circa 9 ore, variando naturalmente con la latitudine. Uno degli spettacoli più belli è il fatto che questa lunga durata di buio permette di vedere gran parte del cielo notturno nell’arco di una sola notte. Durante i mesi tra l’equinozio autunnale e il solstizio d’inverno, l’allungamento della notte tiene quasi il passo con il movimento del Sole in relazione alle stelle, in modo che le costellazioni visibili alla fine del crepuscolo serale non sembrano cambiare. L’opposto si verifica invece dopo che il solstizio è passato, quando le costellazioni autunnali tendono rapidamente a scomparire nel crepuscolo serale. Quest’anno il solstizio si verificherà alle ore 11:11 del 21 Dicembre.

Sacerdoti-Astronomi di Babilonia mentre osservano il cielo

TRA MITI E LEGGENDE – Si tratta di un fenomeno astronomico festeggiato sin dall’antichità tra miti e leggende. Gli antichi consideravano questo passaggio come magico e drammatico, e tutte le culture fin dall’antichità festeggiavano questo evento con fuochi e candele per illuminare la notte, invitando il Sole a tornare a splendere. In Egitto si celebrava il dio Horo; in Messico pre-colombiano vedeva la luce il dio Quetzalcoath e l’azteco Huitzilopochtli; Bacab nello Yucatan; il dio Bacco in Grecia, nonché Ercole e Adone; il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya, era festeggiato dalle genti del Nord; Zaratustra in Azerbaigian; Buddha, in Oriente. Ma si hanno notizie di festeggiamenti a Stonehenge,  attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica. Da esso si ispirò il “frammento 66” dell’opera di Eraclito di Efeso (560/480 a.C) e fu allegoricamente cantato da Omero nell’Odissea, da Virgilio nell’Eneide. Per i Celti il Solstizio d’Inverno cadeva tra la lunazione di Dumannios e Riuros (Tempo del Freddo) e le forze legate al ghiaccio e al gelo venivano considerate come generatrici di vita. In Roma pagana lo stesso significato avevano le feste d’inverno che si celebravano due o tre secoli prima della nascita di Cristo, note con il nome di Saturnali o feste di Saturno. Quello stesso fenomeno, fu invariabilmente atteso e magnificato dall’insieme delle popolazioni indoeuropee: i Germani, “Yulè” (la ruota dell’anno); gli Scandinavi “Jul” (“ruota solare”), i Finnici “July” (tempesta di neve), i Lapponi “Juvla“; i Russi “Karatciun“, e così via. Secondo la cosmologia egizia il Nilo era il tratto meridionale di un grande fiume che circondava la Terra e che, verso nord, scorreva nella valle di Dait, immersa nell’eterna notte. “Il fiume – scrive Dreyer – trasportava una imbarcazione su cui era un disco di fuoco, il Sole, un dio vivente chiamato Ra, che nasceva ogni mattino, cresceva e acquistava vigore fino a mezzogiorno, quindi passava su un’altra barca che lo portava fino all’ingresso per Dait; di qui altre barche (su cui siamo meno informati) lo portavano durante la notte sino alla porta dell’oriente”. In tempi più tardi il libro “Am Duat” o “Libro dei morti”, racconta accuratamente il viaggio del dio Sole durante le dodici ore notturne, quando egli illumina successivamente dodici separate località dell’oltremondo. A volte, durante le ore diurne, la barca è assalita da un enorme serpente: allora il Sole si eclissa per breve tempo (Cit.Wikipedia). Ancora oggi il solstizio viene festeggiato in molte parti del mondo, tenendo conto delle tradizioni antiche. Sono molte le costruzioni messe su, proprio in relazione a questo giorno, talvolta con una precisione ancora inspiegabile ai giorni attuali. Per noi resta l’entrata dell’inverno più intenso, in attesa del mese più freddo dell’anno.

Il solstizio. Credit: Wikipedia.org

IN ASTRONOMIA – Il motivo per cui in questo periodo si registra la stagione più fredda, non è la distanza Terra-Sole, come qualcuno potrebbe immaginare. La Terra ruota intorno al Sole ad una distanza media di 150 milioni di Km, percorrendo un’orbita leggermente eclittica, talvolta più vicina e talvolta più lontana. L’eclittica non è altro che l’orbita descritta dalla Terra, ma è anche il percorso descritto dal Sole nel suo moto apparente sulla volta celeste: il Sole descrive così un cerchio che passa tra le costellazioni dello zodicaco. Tuttavia il variare delle stagioni è determinato dall’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita intorno alla nostra stella, e non dalla distanza che separa i due corpi nelle varie stagioni dell’anno. L’asse terrestre non è perpendicolare all’eclittica, ma è inclinato con un angolo di 23 gradi e mezzo (valore in diminuzione), determinando quindi un’inclinazione analoga rispetto all’equatore celeste. E’per questo motivo che i 2 emisferi hanno stagioni opposte. Nel mese di Giugno, mentre noi attendiamo l’arrivo della calda stagione, l’emisfero australe piomba in inverno, così come nel mese di Dicembre si verifica l’opposto. In questo periodo il Sole resta sul Polo sud per 6 mesi sopra l’orizzonte, dando luogo al famoso fenomeno del Sole di mezzanotte. Il termine solstizio d’inverno deriva dal latino solstitium, che significa letteralmente “sole fermo”. Il Sole nel giorno del solstizio d’inverno percorre, come detto, la sua traiettoria più bassa, caratterizzando il giorno più breve dell’anno. E’proprio in questo momento in cui l’astro proietta la sua ombra più lunga, e regala l’entrata dell’inverno astronomico. L’arrivo del solstizio d’inverno per l’emisfero boreale rappresenta non solo la gioia degli amanti del gelo e della neve, ma preannuncia l’arrivo del Natale, la festa sicuramente più attesa per i cristiani. Proprio al cristianesimo si deve la festa del 25 Dicembre, dal momento che venne modificata la nascita del Sole proprio con la nascita di Cristo.

Solstizio su Stonehenge

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