Disturbati dalla profezia Maya che annuncerebbe, nelle tante diverse letture che sono state date, la fine del mondo, gli italiani studiano strategie efficaci per mettersi al riparo dall’inquietudine. Secondo quanto emerge da un sondaggio realizzato con un campione di 500 persone, di eta’ compresa fra i 18 e i 65 anni, da HRD Training Group, per il 57% degli italiani, la paura dei Maya o, piu’ verosimilmente, quella del collasso economico del Paese esiste eccome. Le persone interpellate hanno quindi permesso di stilare una vera e propria classifica dei 10 rimedi per ‘sopravvivere’ alla fine del 2012. Solo il 9% del campione (al sesto posto di questa singolare classifica) ha pero’ ammesso di aver pensato di organizzarsi in rifugi o di ricorrere a kit di sopravvivenza, dato che conferma come la stragrande maggioranza degli intervistati prenda davvero poco sul serio la tanto temuta profezia. Il 22% del campione preferirebbe tentare la ‘via di fuga’ verso Paesi il cui stile di vita sia piu’ sostenibile e il sistema economico in via di sviluppo: ecco il primo rimedio alla fobia collettiva. Con una percentuale del 18%, si piazzano al secondo posto gli ‘scaramantici ottimisti’, quelli che per allontanare i pensieri nefasti fanno progetti a medio o lungo termine, convinti che la crisi si superi investendo nella propria crescita personale (un corso di aggiornamento, un viaggio, letture, arte, ecc.). Seguono al terzo posto i patiti della forma fisica: mai presentarsi fuori forma, nemmeno di fronte alla peggiore catastrofe. Per il 15% degli intervistati, con una prevalenza femminile, lo stress si combatte in palestra, in una confortevole spa, oppure frequentando un corso di danza. Proseguendo con la classifica, il 12% preferisce prendere giorni di ferie anticipate per riposare, in vista di una possibile lotta per la sopravvivenza. Subito dopo quelli che pensano che il modo migliore per alleviare le proprie paure sia prendersi cura dei meno fortunati: per il 10% del campione lo stress si combatte con il volontariato negli orfanotrofi o nelle case di cura per anziani, un investimento di tempo che ripaga piu’ di ogni altro regalo fatto a se stessi. Segue un 6% che si dedichera’ a studiare tecniche di sopravvivenza in condizioni estreme riguardando i film e le serie tv di genere catastrofista, un 5% che si regalera’ un’esperienza unica prima della fine come un giro in mongolfiera, un lancio con il paracadute, ecc., un 2% che ha gia’ pensato di sbarazzarsi di oggetti e vestiti vecchi mettendoli in vendita su siti di aste on line, mentre solo per uno sparuto 1% del campione intervistato, il rimedio sara’ dedicarsi allo shopping sfrenato e al divertimento eno-gastronomico.