21 dicembre 2012: in America sempre più “preppers”, pronti ad affrontare la fine del mondo “ma non quella dei maya”

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Non è la fine del mondo prevista dai Maya ma calamità naturali, attacchi terroristi o semplicemente l’impossibilità di avere corrente elettrica per un lungo periodo a preoccupare quelli che negli Stati Uniti stanno diventando famosi come “prepper”, coloro che hanno preparato l’occorrente per affrontare qualsiasi situazione di emergenza, inclusa quella profetizzata dai Maya e prevista per il prossimo 21 dicembre. Un numero crescente di americani rientra in questa categoria di persone che stanno facendo ricorso ai social media e ai blog per condividere quanto sanno in vista di “TEOTWAWKI”, acronimo per ‘The End Of The World As We Know It’ (Ciò che sappiamo sulla fine del mondo), che viene collegato alla fine di uno dei cicli del calendario Maya. Questo movimento ha anche una sorta di tacito endorsement da parte dell’ente federale per la gestione delle emergenze (FEMA – Federal Emergency Management Agency) che ha dedicato ai prepper uno spazio sul loro sito (www.ready.gov), dove si spiega come preparare un kit d’emergenza da tre giorni.
Il fenomeno è tale che ci sono negozi online dove acquistare scorte alimentari per un anno e materiale prefabbricato per costruire bunker in cui ripararsi da attacchi nucleari o chimici. In alcuni casi le vendite dopo l’uragano Sandy (che colpì la costa nord-orientale degli Stati Uniti alla fine dell’ottobre scorso), sono cresciute di 10 volte. I prepper più convinti sono persino comparsi nella seconda stagione del reality della National Geographic Channel “Doomsday Preppers” (letteralmente, quelli che si preparano al giudizio universale). E così ci sono persone come James Stevens, 73 anni del Texas, che può vantare scorte di generi alimentari per cinque anni. L’uomo si sta preparando al peggio dal 1974, l’anno dell’embargo petrolifero arabo. L’uomo, in arte Dr. Prepper, ha venduto 800 mila copie del libro ‘Family Preparedness Handbook’, il manuale dedicato alle famiglie pronte ad ogni emergenza. Alla domanda se fosse preoccupato per la fine del mondo Stevens ha risposto: “è l’ultima cosa che mi preoccupa, mi turba molto di più la situazione economica, politica e morale”. Anche Nacy Lanza, la donna uccisa dal figlio Adam – l’autore della sparatoria mortale nella scuola elementare di Newtown (Connecticut) di venerdì scorso – era una “survivalista”. La 52enne aveva preparato scorte di alimenti e acqua in vista di quello che credeva fosse un imminente collasso della civiltà.

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