Alcuni esperti sostengono che i Maya scomparirono a causa dell’aumento demografico, dell’esaurimento delle risorse della terra e delle foreste, insieme alla siccità. Possiamo anche ignorare la profezia Maya sulla fine del mondo, ma il modo in cui l’antica civiltà si è estinta deve farci riflettere. La popolazione – scrive il Guardian in una lettura climatica della famosa estinzione – che più di un millennio fa ha vissuto la propria apocalisse nelle foreste tropicali dell’attuale Guatemala, Messico e Belize, vide gli ultimi sopravvissuti obbligati a scappare dalle grandi città a favore di enclave isolate. Secondo l’antico calendario Maya, il 21 dicembre 2012, si conclude il 13esimo baktun, un almanacco che corrisponde circa a 144mila giorni, per dare inizio a un nuovo ciclo. In verità, insiste il quotidiano britannico, la civiltà Maya si è estinta perchè i suoi leader, in grado di costruire un impero, non sono stati in grado di capire e rispondere alle sfide sociali, tra cui i danni all’ambiente, la riduzione delle risorse naturali e i cambiamenti climatici. Oggi, ciò che è rimasto della terra dove un tempo risiedevano i Maya, è un’area protetta di circa 21,602 chilometri quadrati in Guatemala, chiamata “Maya Biosphere Reserve”. Come l’antica civiltà, anche essa è stata minacciata d’estinzione: dalla sua creazione nel 1990, la riserva naturale ha perso una media di 50mila ettari all’anno, circa il 14% del totale, a causa della deforestazione. A ciò si è aggiunto il Nino e i cambiamenti climatici globali, la siccità e devastanti incendi nel 1998, 2003 e 2005.