Clima, a Doha la Banca Mondiale lancia l’allarme temperature: “fermare il global warming”

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Riflettori accesi sui cambiamenti climatici e a preoccupare e’ il riscaldamento globale. Ma a lanciare l’allarme, in occasione della 18° Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici che si e’ svolta a Doha, non sono solo le associazioni ambientaliste e questa volta la preoccupazione e’ trasversale. Lo dimostra la pubblicazione di due importanti rapporti, uno a firma della Banca Mondiale e l’altro dell’Unep, il programma Ambiente delle Nazioni Unite. Il rapporto della World Bank, “Turn Down the Heat. Why a 4°C Warmer World Must Be Avoided” (letteralmente, “Abbassare il fuoco. Perche’ un mondo piu’ caldo di 4°C deve essere evitato”), realizzato dal Potsdam Institute for Climate Impact Research, rileva che la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera e’ passata dai circa 278 parti per milione (ppm) dell’epoca preindustriale agli oltre 391 ppm registrati a settembre 2012: la piu’ alta concentrazione mai registrata negli ultimi 15 milioni di anni. Anche le emissioni di anidride carbonica, che ad oggi si attestano sui 35 miliardi di tonnellate l’anno, potrebbero diventare 41 miliardi di tonnellate entro il 2020, avverte il rapporto, mentre la temperatura media globale della superficie terrestre e’ incrementata di 0.8°C dai livelli preindustriali ad oggi. Insomma, un evidente cambiamento climatico e’ stato indotto dall’intervento umano dal 1960 ad oggi, intensificando la frequenza e l’intensita’ delle ondate di calore ed esacerbandone gli effetti. In diverse regioni del mondo le precipitazioni estreme e la siccita’ sono aumentate in intensita’ e frequenza e, dagli anni Cinquanta del secolo scorso, la quota di superficie del pianeta interessata da situazioni di temperature elevate e’ aumentata di almeno 10 volte. A fronte di questo scenario allarmante, le decisioni e le politiche messo in campo dai governi finora sono troppo modeste per poter invertire la rotta. E’ il giudizio contenuto nel “The Third Emission Gap Report 2012” dell’Unep che lancia l’allarme sulle emissioni e prevede, in mancanza di un cambiamento radicale, un innalzamento della temperatura media della superficie terrestre che potrebbe raggiungere i 5°C entro questo secolo. Stando al rapporto dell’Unep, per cercare di mantenere tale riscaldamento sotto i 2°C, entro il 2020 le emissioni globali devono essere ridotte intorno una media di 44 miliardi di tonnellate di Co2 equivalente, ma gli attuali impegni dei vari paesi difficilmente potranno raggiungere questo risultato e, anche se realizzati, le emissioni supererebbero comunque il limite di 44 miliardi sopra citato di almeno 8 miliardi di tonnellate, un valore quasi equivalente alle emissioni annuali degli Stati Uniti. Per mantenere i livelli di riscaldamento globale tra 1,5 e 2° C, l’Unep invita a puntare su efficienza energetica, energie rinnovabili, stop a deforestazione e miglioramenti nelle pratiche agricole, lavorare sulle emissioni del trasporto marittimo e aereo.

 

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