“A Doha si devono prendere impegni ambiziosi e concreti per la salvaguardia del clima. E si deve porre un argine a tutte le fallacie derivate dal commercio di crediti di emissione e dalla creazione di un vero e proprio mercato del carbonio. Se si consentirà alle economie dell’ex blocco socialista di conservare intatti, in un secondo mandato, i crediti non sfruttati, si starà semplicemente piegando, ancora una volta, la difesa del clima a questioni di realpolitik miopi e irresponsabili” dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del WWF Italia, che è a Doha per seguire i negoziati, dice che i Paesi a Doha devono riconoscere ciò che la scienza ci dice sullo stato del clima mondiale. “L’incubo di un mondo più caldo di 4 gradi è davanti ai nostri occhi. I ministri degli Stati membri dell’UE, la Russia e l’Ucraina, ai negoziati di Doha hanno l’obbligo di agire con urgenza e di fare tutto quanto in loro potere per fare tagli reali alle emissioni di CO2. Se i paesi riuniti a Doha vogliono che questo summit raggiunga un risultato tangibile per il clima globale, devono eliminare la possibilità di trasferire questo surplus di AAU nel secondo periodo di Kyoto. Questa dovrebbe essere l’eredità di Doha, o verrà ricordata come una conferenza politicamente a base di “aria calda” o peggio di “aria fritta” conclude Midulla.
Clima, Greenpeace e Wwf su Doha: “il global warming sta diventando un incubo, fermate l’aria calda!”
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