Molti paesi dell’Europa settentrionale e centrale stanno pagando gli effetti di questo “split” del vortice polare, che ha riversato la prima vera ondata di freddo intenso della stagione invernale, con neve e ghiaccio che ormai la fanno da padrone, dalla Russia europea fino alla Germania e alla Repubblica Ceca, ove continuerà a nevicare anche nei prossimi giorni. L’ampia circolazione depressionaria, a carattere freddo, che ormai da quasi una settimana stagna tra l’area scandinava e il Mediterraneo centrale, non si schioderà tanto facilmente. L’annessa saccatura di matrice artica, che taglia in due il vecchio continente, tenderà molto lentamente a muoversi verso levante, portando ulteriori nevicate e ondate di freddo tra Europa centrale e orientale, dove nei prossimi giorni le condizioni climatiche diverranno ancora più rigide, grazie anche ai suoli recentemente innevati che incentiveranno l’effetto Albedo, favorendo un ulteriore tracollo dei valori termici, con l’avvento del primo gelo. Già nel weekend, come avevamo previsto nei giorni scorsi, il nocciolo gelido sceso dal mar Glaciale Artico ha riportato il grande freddo fra la Russia europea, la Finlandia, le Repubbliche Baltiche e la Svezia, dove i termometri hanno varcato la soglia dei -20°C -22°C, localmente anche sotto i -25°C. Ma in settimana l’aria molto fredda, di lontane origini artiche, dopo aver stazionato per più giorni sopra le lande innevate della Russia europea e la Scandinavia, scivolerà verso sud, interessando l’area carpatico-danubiana, dove si attendono nevicate fino a quote molto basse, con imbiancate su Bratislava, Vienna, Zagabria, Lubiana, Sarajevo, Belgrado, persino la capitale ungherese Budapest a breve riceverà la prima nevicata invernale.
Purtroppo, quella di domani, per Mosca e i moscoviti, rischia di essere una giornata veramente molto difficile, visto che le persistenti nevicate, legate all’area depressionaria in spostamento verso nord-nord/est, potrebbero paralizzare il traffico stradale, generando ingorghi giganteschi, in una città in cui vivono oltre 11 milioni di abitanti. Insomma, gli stessi disagi patiti la scorsa settimana, durante le abbondanti nevicate di mercoledì e giovedì scorso, quanto caddero poco più di 30-40 cm di neve fresca in svariati quartieri della metropoli russa. Ma se Mosca dovrà fare i conti con altre fitte nevicate, più ad est, lungo la regione degli Urali e sul comparto orientale della Russia europea, il problema maggiore sarà rappresentato dal gelicidio, la pioggia che ghiaccia non appena cade sui terreni gelati, la cui temperatura è al di sotto della soglia del congelamento. Difatti, la circolazione ciclonica che si muoverà sulla Russia europea, nel suo lato orientale, richiamerà masse d’aria ben più miti che dalla Turchia e dal mar Nero, tramite sostenuti venti meridionali pronti a spirare fino al nord della Russia europea, si muoveranno in quota, scorrendo sopra l’aria più gelida e pesante accumulata negli strati più bassi prossimi al suolo innevato. Alla quota di 850 hpa compariranno le isoterme di +2°C +0°C sugli Urali meridionali, più che sufficienti a fondere la neve in pioggia. Ma quest’ultima, cadendo su terreni già innevati tenderà a ghiacciarsi, formando una sottile patina di ghiaccio che determina pesanti conseguenze alla circolazione stradale, ma anche alle reti elettriche (i tralicci sotto il peso del ghiaccio rischiano di piegarsi, causando estesi black out). Per questo la possibilità di piogge di ghiaccio sarà molto elevata tra martedì e mercoledì, nelle regioni ad est di Mosca, incluse pure importanti città, come Kazan, Izevsk o Perm.