5 Novembre 1975. Sette operai forestali, a bordo di un camioncino, si sono addentrati nella foresta per svolgere il loro lavoro di routine nei boschi. Dopo un’intensa giornata, poco dopo le 18:00, il gruppo è sulla strada di ritorno per la città, dove ad attenderli ci sono le rispettive famiglie. Ad una curva si imbattono in un grande oggetto che emana una luce brillantissima. Fermano la macchina, inchiodate dal terrore. Solo una di loro, Travis Walton, scende e corre verso l’oggetto nonostante i suoi amici continuino a scoraggiarlo. Riferirà poi che era stata più forte la curiosità della paura. Aveva temuto che l’oggetto si allontanasse prima di poterlo osservare meglio da vicino. Ma arrivato più sotto, un raggio di luce lo colpisce e lo sbatte al suolo dove, aggrappandosi con le mani, prova una violenta scossa elettrica. I suoi compagni dopo un istintivo inizio di fuga decidono di tornare sul posto per aiutarlo. Ma, sia Walton che l’oggetto sconosciuto sono scomparsi. Dopo vane ricerche, essi avvisano la polizia che, scettica a dir poco, li sottopone ad un test con il lie detector (la macchina della verità) dopo i più minuziosi interrogatori. Poteva trattarsi di una favola inventata per nascondere un delitto. Intanto di Walton nessuna traccia. Elicotteri e cani poliziotto perlustrano una vasta zona, inutilmente. Finchè, al quinto giorno, l’uomo ricompare a una trentina di chilometri dal luogo in cui era avvenuto l’incontro con l’UFO, in stato confusionale. Travis è impaurito, e ricorderà solo in un secondo momento, attraverso l’ipnosi regressiva, la sua traumatica esperienza. Racconta di essere stato sottoposto ad ogni tipo di esami nell’interno della macchina, prima di perdere conoscenza. Quando viene rilasciato, 5 giorni dopo, Travis viene ritrovato dentro una cabina telefonica con gli stessi vestiti di quando era scomparso.
Walton era alle dipendenze di Mike Rogers, che aveva da nove anni un contratto con la United States Forest Service per vari lavori. Rogers e Walton erano molto legati; Travis frequentava la sorella di Rogers, Dana, che avrebbe sposato di lì a poco. Gli altri uomini del gruppo erano Ken Peterson, John Goulette, Steve Pierce, Allen Dallis e Dwayne Smith; vivevano tutti nella piccola cittadina di Snowflake, Arizona. A questo caso, nel 1993, è stato dedicato un film dal titolo “Bagliori nel Buio”, diretto da Robert Lieberman, dopo che nel 1978, Walton pubblicò il suo libro “The Walton Experience”, in cui delinea la sua narrazione dell’evento e le sue conseguenze. Il caso ha ricevuto una notevole pubblicità e rimane uno dei più noti casi di presunto rapimento alieno, confermato dalla veridicità della “macchina della verità” a cui Walton e i compagni si sottoposero. E’ inoltre uno dei pochissimi casi di rapimento alieno con testimoni oculari concordanti e impauriti al momento della testimonianza. Walton fu infatti contattato da un uomo che affermava di essere andato a caccia con la moglie nella stessa zona del rapimento. Il cacciatore raccontò di aver visto il disco mentre sparava il raggio di luce blu, per poi sparire nel cielo. Tra le indagini si tenne conto che il contratto di lavoro firmato in quel periodo era il più remunerativo ricevuto sino ad allora dal Servizio Forestale, e che nessuno di loro, tantomeno Walton che aveva intenzione di sposarsi, aveva la voglia di impelagarsi in vicende giudiziarie che avrebbero potuto compromettere il rapporto di lavoro. Inoltre il caso Walton è singolare perché “la vittima sparì per giorni con squadre di polizia alla sua ricerca, e un medico locale confermò lo stato di estremo disorientamento e grave disidratazione di Travis quando ricomparve. Nonostante questi fattori, com’è normale che sia, l’ipotesi più plausibile formulata dagli agenti prima della ricomparsa di Travis, fu una possibile omissione di omicidio.
Tra le ipotesi a favore, oltre a quelle citate, c’è quella della coerenza mostrata da Walton e dai suoi colleghi nella descrizione dei fatti, mai contradditori. Inoltre Walton accettò di sottoporsi al poligrafo, e l’esperto che condusse i test, affermò che il ragazzo fosse convinto di dire la verità. Non sono mancate delle critiche, che sospettarono una favola inventata a dovere a scopo di lucro. Travis e i suoi colleghi, inoltre, furono sospettati di far uso di droghe leggere; ipotesi poi confermata dai protagonisti che hanno pubblicamente riconosciuto di consumare cannabis. Per qualcuno però, questo non giustificherebbe un’allucinazione di massa che non riporta controversie e che ha permesso agli altri 6 componenti di passare il test del poligrafo. Quello che è accaduto quella sera tra i boschi dell’Arizona è uno dei casi più interessanti e affascinanti, al quale forse non si riuscirà mai a dare una versione oggettiva. Gli UFO tuttavia sono un fenomeno di portata mondiale ed un mistero che avvolge l’umanità da decenni. Centinaia di casi sono stati archiviati come “inspiegabili”. Non c’è da pronunciarsi in maniera definitiva sull’argomento. Ci sono testimonianze da scartare, fenomeni ottici di rifrazione o di ionizzazione atmosferica, palloni sonda meteorologici, corpi celesti, aerei visti in particolari condizioni, satelliti artificiali, fulmini globulari, allucinazioni collettive, ma ci sono anche storie incredibili raccontate da persone credibili. Il caso di Travis Walton sembra proprio una tra queste.