Variazioni di biossido di zolfo nell’atmosfera superiore di Venere: vulcanismo attivo o circolazione generale dell’atmosfera?

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Il pianeta Venere. Credit: ESA

Per decenni, gli scienziati planetari hanno discusso la possibilità della presenza di vulcani attivi sulla superficie di Venere, senza mai trovare una risposta definitiva. Oggi questa teoria sembra prendere maggiormente credito grazie ai dati inviati dalla sonda Venus Express dell’ESA, la quale ha riscontrato inspiegabili cambiamenti nella quantità di anidride solforosa nello strato superiore della densa atmosfera del pianeta. Venere e la Terra sono molto simili per dimensioni e massa, ed entrambi i pianeti si sono formati nello stesso periodo e nella stessa regione del Sistema Solare. Il nostro vicino, tuttavia, è avvolto da una densa coltre di nubi composta principalmente da goccioline di acido solforico. Sotto questo spesso strato di nubi, l’atmosfera è ricca di biossido di carbonio che ha una densità 90 volte maggiore che sulla Terra. Questo comporta un ambiente soffocante, capace di intrappolare il calore solare come una serra e permettendo valori di temperatura in superficie di circa +460°C. Nonostante la visita di numerosi veicoli spaziali e l’osservazione continua dei grandi telescopi della Terra, la presenza di questo “schermo” naturale permette al pianeta di nascondere i suoi più oscuri segreti. Le immagini radar della superficie del pianeta, hanno mostrato oltre 1000 strutture vulcaniche e le prove di un possibile rifacimento periodico a causa delle inondazioni di lava. L’insolito cambiamento della quantità di biossido di zolfo (SO2) nell’alta atmosfera, è stato notato da un team di scienziati russi e francesi, grazie ad una indagine dallo spettrometro a bordo della sonda, denominato SPICAV-UV.

Credit: E. Marcq et al. (Venus Express); L. Esposito et al. (earlier data); background image: ESA/AOES Medialab.

Dal momento che Venere non presenta stagioni, gli autori dello studio “Variazioni di biossido di zolfo nella parte superiore della nube ambiente dinamico di Venere“, di Emmanuel Marcq, Jean-Loup Bertaux, Franck Montmessin e Denis Belyaev, pubblicato nel numero del 3 dicembre di Nature Geoscience, hanno fornito due possibili spiegazioni: la presenza di vulcanismo attivo o la variabilità a lungo termine nella circolazione generale dell’atmosfera. “L’anidride solforosa è un indicatore chiave dei processi che avvengono nell’atmosfera superiore di Venere“, ha detto l’autore principale dello studio Emmanuel Marcq, di Latmos, dell’Universite de Versailles-Saint-Quentin, in Francia. Sebbene il biossido di zolfo sia un importante costituente di degassamento vulcanico, gli autori dello studio suggeriscono che l’aumento osservato dalla Venus Express potrebbe essere il risultato di un pennacchio di gas riscaldato alle alte quote piuttosto che da un’iniezione diretta. Secondo il co-autore Jean-Loup Bertaux, un’eruzione esplosiva come quella del Pinatubo sulla Terra, agirebbe come un pistone che permetterebbe la creazione di una colonna di gas sino a quei livelli. “Questa convezione – aggiunge – potrebbe portare il biossido di zolfo sopra le nubi e aumentarne temporaneamente la concentrazione”. D’altra parte la quantità di SO2 nell’atmosfera inferiore è rimasta sostanzialmente stabile e a livelli molto elevati per circa un decennio, non facendo riscontrare un aumento di emissioni termiche dalla superficie in concomitanza con questi cambiamenti osservati da SPICAV. Questo, come dicevamo, apre la possibilità che i livelli di SO2 siano aumentati a causa di una variazione della circolazione atmosferica globale, che avrebbe aumentato il movimento dei gas dal basso verso l’atmosfera superiore. “La circolazione atmosferica del pianeta non è ancora del tutto chiara“, ha detto Jean-Loup Bertaux, “ma crediamo che ci possano essere due semplici celle di Hadley, in cui l’aria sale all’equatore, si estende dalle nubi verso i poli, affonda successivamente verso la superficie, prima di rifluire verso l’equatore”, conclude. Ci sono poche possibilità al momento di risolvere l’arcano. Venus Express è attualmente l’unica sonda nell’orbita di Venere, e quindi l’unico mezzo per queste indagini. Ancora una volta, però, è possibile notare somiglianze nei processi fisici tra altri pianeti e la Terra. Il dibattito resta aperto.

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