La geo-ingegneria – ovvero la manipolazione dell’ambiente per ridurre gli effetti del riscaldamento globale – è una delle opzioni favorite dagli scienziati vista la lentezza dei governi nell’applicare le necessarie politiche per la riduzione dei gas serra: tuttavia, secondo uno studio della Iowa University, tali tecnologie dovrebbero essere sottoposte a un apposito quadro legale sotto l’egida di un’autorità globale. Come spiega il sito di Science Daily, il concetto di geo-ingegneria risale già al XIX secolo e attualmente sono state avanzate numerose proposte, alcune di impatto più o meno locale mentre altre avrebbero invece ricadute globali: lo studio sottolinea come nessun singolo Paese sarebbe comunque in grado di adottare dei progetti senza causare dei cambiamenti climatici o meteorologici in altri Paesi. Per questo motivo lo studio auspica la creazione di un’authority internazionale indipendente che approvi i piani di geo-ingegneria tenendo conto degli interessi collettivi, dotato di un fondo di compensazione e che coinvolga tutti i governi: come modello viene suggerito il Fondo Monetario internazionale, in cui vige la partecipazione di tutti gli Stati membri mentre le decisioni verrebbero prese da un ridotto numero di direttori.