Il picco massimo di quest’anno del ciclo undecennale del Sole, sarà probabilmente il più basso dell’ultimo secolo. E’ quanto sostengono gli scienziati della NASA, che osservano giornalmente la nostra stella. Il numero delle macchie solari è estremamente basso, nonostante a breve sia previsto il massimo della sua attività. Inoltre le onde radio, note per essere indicative in merito all’attività solare, sono molto contenute. “L’attuale ciclo è conosciuto come Ciclo 24”, afferma Joe Gurman, scienziato del progetto Stereo della Nasa. “L’interesse, tuttavia, non deve scemare, in quanto un singolo flare potrebbe danneggiare le reti elettriche o mettere fuori uso i satelliti, com’è accaduto molte volte in passato”, continua lo scienziato. Sebbene la scienza solare sia ancora nella sua fase iniziale, ha fatto notevoli passi in avanti negli ultimi tempi, specie dopo l’episodio del Quebec del 1989, quando una fortissima tempesta geomagnetica generò un esteso blackout nel Quebec. “La frequenza con cui questi fenomeni accadono, tuttavia, è molto inferiore rispetto alle interruzioni diffuse di corrente che si verificano a causa delle tempeste di neve o degli uragani, come accaduto recentemente con Sandy”, aggiunge Gurman. Galileo Galilei fu il primo osservatore delle macchie solari, ma le prime registrazioni affidabili risalgono al 1849, quando l’Osservatorio di Zurigo cominciò delle osservazioni giornaliere. Le macchie solari sono aree della superficie meno calde rispetto alle aree circostanti, che per contrasto appaiono più scure. Si notano in genere sopra o sotto l’equatore e la causa della loro formazione è l’interazione tra il plasma solare superficiale e il campo magnetico. In alcune circostanze, la torsione dei campi magnetici genera enormi esplosioni che vengono definiti brillamenti, capaci di generare enormi espulsioni di massa coronale verso lo spazio. Le particelle cariche e le nubi di plasma emessi, si dirigono di tanto in tanto verso il nostro pianeta. Fortunatamente il nostro campo magnetico ci protegge dalla radiazione elettromagnetica generata da questi fenomeni, agendo come una sorta di scudo spaziale. Possiamo quindi dormire sonni tranquilli.