Gli scienziati della missione Cassini hanno ipotizzato la presenza di blocchi di ghiaccio di idrocarburi sulla superficie dei laghi esistenti su Titano, il più grande satellite di Saturno. “Da quando si è notata l’esistenza di tali laghi, ci si è sempre posti la domanda se queste aree possano ospitare forme di vita esotiche”, dice Jonathan Lunine, scienziato alla Cornell University, di Ithaca, NY. Titano, è l’unico corpo del nostro sistema solare, oltre alla Terra, a possedere bacini liquidi stabili sulla sua superficie. Sul satellite sono giunte prove di un ciclo idrologico basato sul metano, analogo a quello terrestre basato sull’acqua. La sonda della NASA ha visto una vasta rete di questi mari di idrocarburi nell’emisfero nord, mentre sembrano essere molto più sporadici a sud del globo. Sino ad ora si ipotizzava che Titano non possedesse ghiaccio galleggiante, poiché il metano solido è più denso del metano liquido, ma il nuovo modello considera l’interazione tra i laghi e l’atmosfera, causando diverse miscele di composizioni, sacche di azoto e cambiamenti di temperatura. Il risultato è che il ghiaccio galleggerebbe durante la stagione invernale se la temperatura fosse al di sotto del punto di congelamento del metano (-182°C). Se la temperatura scendesse di pochi gradi, il ghiaccio affonderebbe, a causa delle proporzioni relative di azoto liquido rispetto a quello solido. Temperature prossime al punto di congelamento del metano potrebbero portare il ghiaccio sia a galleggiare che ad affondare. Non si è del tutto capito di che colore possa essere il ghiaccio, anche se c’è il sospetto che possa presentare una colorazione rossastra o marrone. Lo strumento radar della Cassini sarà in grado di testare questo modello osservando ciò che accade al potere riflettente della superficie di questi laghi e mari. Con l’avvento della stagione primaverile, e quindi del disgelo ora in atto, la riflettanza del ghiaccio in superficie potrebbe divenire più eviente, e ciò fornirebbe una prova della sua esistenza. “Il soggiorno prolungato di Cassini nel sistema di Saturno ci offre l’opportunità senza precedenti di vedere gli effetti del cambiamento di stagione su Titano”, ha detto Linda Spilker, membro del team che ha condotto la ricerca. ”Avremo l’opportunità di vedere se le teorie sono giuste. ”